Piste da sci, nuovo incontro Stato-Regioni: confermata la chiusura
Piste da sci, chiusura confermata almeno fino al 15 gennaio, il governo non vuole rischiare un aumento di contagi nel periodo delle festività natalizie. Questo è quanto emerso dall’ultimo tentativo delle Regioni per aprire piste e impianti da sci a Natale, che però non è andato a buon fine.
La discussione quindi continua, a nulla è servita al momento la proposta delle regioni per la riapertura (vedi https://www.venetoeconomia.it/2020/12/proposta-regioni-sci/ ). Si va verso il blocco di un mercato da 20 miliardi di euro, ma il Governo assicura «i ristori arriveranno».
Piste da sci, chiusura almeno fino a metà gennaio
Come ci si aspettava il confronto tra le Regioni e il Governo si è chiuso con un nulla di fatto, almeno per chi era appeso a un’ultima speranza di poter far partire la stagione sciistica per le Feste, periodo determinante per l’economia del settore montagna.
Tema caldo della discussione anche la determinazione di una politica comune europea sulla gestione della stagione sciistica che scongiuri la riapertura delle piste all’estero. “Ho ricordato ai ministri che se si chiudono le piste da sci da noi si chiudano anche negli altri Paesi. Il ministro Boccia dice che il premier sta lavorando perché tutti chiudano, staremo a vedere” lo ha riferito ai giornalisti il presidente del Veneto Zaia in merito alla questione.
Se ne riparlerà, ma al momento nessun allentamento delle misure, che ne caso specifico prevedono impianti sciistici chiusi, se non per gli allenamenti degli agonisti. Un nuovo aggiornamento è previsto prima del 15 gennaio. Tutto dipenderà da come andrà la curva nel prossimo mese, insomma, e da come, a livello di contagi, si supereranno le vacanze di Natale.
Nuovo dpcm in arrivo, le novità
Oltre alla questione del turismo bianco, in arrivo c’è un nuovo Dpcm e i punti principali del provvedimento dovrebbero essere i seguenti: confermati coprifuoco alle 22, bar e ristoranti chiusi alle 18, impianti sciistici ma anche piscine e palestre chiuse. Dovrebbe essere confermato anche lo stop allo spostamento tra regioni anche se in zona gialla, se non per far ritorno alla propria residenza e forse al proprio domicilio. Per la questione seconde case l’ipotesi più percorribile è che si possa usufruire della propria seconda casa solo nella regione di appartenenza e solo se la regione sarà gialla. Si va anche nella direzione della quarantena obbligatoria per chi si reca all’estero.
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