Vino, in Veneto la vendemmia tardiva. E la produzione aumenta

Estate di San Martino in Veneto con la vendemmia dell’uva di raboso lasciata ad appassire sulle vigne, destinata alla produzione del Friularo Docg, celebre vino che sarà consumato solo fra 7 anni dopo una lunga maturazione. E’ sicuramente una delle vendemmie più tardive d’Italia – spiega Coldiretti Veneto – quella che in questi giorni si svolge nei vigneti di Conselve nel padovano e dintorni, zona di produzione del Friularo Docg, vino che viene dal freddo, come ricorda il nome per l’appunto, ottenuto dall’appassimento dei grappoli. Un grande vino rosso dal gusto inconfondibile, apprezzato soprattutto all’estero, dalla Svizzera al nord Europa, dove la domanda è in continua crescita. Così, nell’anno del coronavirus, in controtendenza, la Conselve Vigneti e Cantine sceglie di aumentare la produzione e raccogliere gli ultimi grappoli ancora aggrappati naturalmente alla vigna.

Un tributo al valore della biodiversità dei vigneti veneti – sottolinea Coldiretti – che fa un primo bilancio e parla di grande variabilità della produzione determinata da un andamento climatico molto alternato. Primavera calda, estate temperata,  piogge regolari hanno anticipato la vendemmia 2020 rispetto agli anni precedenti ma anche prolungato la raccolta, sulle colline più alte particolarmente, oltre ad ottobre le fasi conclusive.

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«2.500 quintali di uva raboso sono già stati raccolti» – spiegano alla Cantina di Conselve Vigneti e Cantine che li ha messi ad appassire nel fruttaio. Vista la maggiore richiesta dall’estero i soci hanno deciso di aumentare la produzione lasciando in vigneto altri mille quintali per la vendemmia tardiva di questi giorni, nel pieno della classica “estate di San Martino” che quest’anno sta regalando delle belle giornate miti baciate dal sole, ideali per l’ultima vendemmia dell’anno, dopo un autunno dalle condizioni favorevoli. L’appassimento naturale del raboso in vigna è avvenuto secondo tecniche precise: il taglio con la forbice del capo a frutto, il tralcio che porta il nutrimento ai grappoli e la pinzatura di ciascun grappolo per rallentare il flusso linfatico e favorire così un appassimento omogeneo. Per gustare il vino occorrerà attendere sette anni.“

«Sono una trentina gli ettari di vigneto dedicati alla produzione del Friularo Docg nei 14 Comuni della zona inseriti nel disciplinare – sottolinea Coldiretti Veneto –  con un una particolare attenzione alla sostenibilità: tutte le 45 aziende che producono il Friularo Ambasciatore hanno aderito al “sistema di qualità nazionale produzione integrata (SQNP), che prevede una significativa riduzione dei trattamenti in vigneto per una produzione più attenta alle ricadute ambientali. Quasi il 90% del Friularo è diretto al mercato straniero dalla Svizzera alla Germania e tutto il nord Europa, con quotazioni stabili».

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