Il Cts ha deciso: il Veneto rimane zona gialla. Ma in Italia si superano i 40mila contagi
Veneto zona gialla, ancora. Questo il verdetto del Comitato Tecnico Scientifico, in base ai dati della settimana che va dal 6 al 12 novembre. Veneto zona gialla, temperata però. Come vi abbiamo già raccontato, il Governatore del Veneto Luca Zaia ha infatti firmato un’ordinanza, in vigore da venerdì 13 novembre, che ha ristretto le libertà dei cittadini nella speranza di ottenere un contenimento della crescita pandemica. Ecco l’articolo nel quale potete trovare i punti cardine della nuova ordinanza di Zaia e il testo completo della delibera.
Veneto zona gialla, ma la situazione in Italia non è delle migliori: il bollettino di venerdì 13 novembre per la prima volta fa segnare il superamento di quota 40mila casi, 40.902, a fronte di 254.908 tamponi effettuati. E i morti continuano ad essere tanti, 550 in totale solo nelle ultime 24 ore, per un totale di 44.139 da inizio della pandemia.
E l’Istituto Superiore di Sanità, in accordo con il Ministero della Salute, ribadisce in maniera chiara (per l’ennesima volta) l’invito a rimanere a casa: «è necessaria una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone, in modo da alleggerire la pressione sui servizi sanitari. È fondamentale che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile».
Veneto zona gialla, ecco i punti chiave dell’ordinanza di Zaia
- obbligatorio l’uso della mascherina al di fuori dell’abitazione, ad eccezione di runner, persone con disabilità o patologie o bambini sotto di 6 anni. Nel caso di momentaneo abbassamento per cibo, bevande o fumo, bisogna essere ad almeno un metro da altre persone.
- mascherina obbligatoria nei mezzi pubblici e privati, in presenza di non conviventi.
- nella propria abitazione o altrui, in presenza di non conviventi, va usata la mascherina.
- si può svolgere attività sportiva, motoria, passeggiate, presso aree pubbliche, parchi, purché con distanza di almeno 2 metri per attività sportiva e 1 per le altre. Ma NON si può fare nei centri storici, nelle località turistiche, di mare, laghi, o montagna. Non si affollano quindi spiagge, sentieri, laghi. Questo, a quanto pare, il sabato e la domenica.
- nei negozi va una persona sola per nucleo familiare. A meno che non accompagni minori di 14 anno o disabili.
- se non c’è piano apposito, divieto di mercati all’aperto. Cosa serve per farli? Perimetrazione, unico varco di entrata e uscita, diversi, e sorveglianza che controlli il rispetto delle misure.
- nei supermercati si invita a lasciare agli over 65 le prime due ore del mattino. Letta nell’altro modo: chi ha meno di 65 anni non va a fare la spesa nelle prime due ore di apertura.
- sospese educazione fisica e musicale nelle scuole.
- i bar, dalle 15 alle 18, possono dare consumazioni solo seduti, dentro o fuori.
- vietata consumazione di alimenti o bevande in luogo pubblico.
- nei giorni prefestivi grandi e medie misure di vendita, sia con un unico negozio (monomarca) o più negozi, sono chiusi al pubblico, tranne farmacie e alimentari.
- nei giorni festivi chiusi tutti i negozi, ad eccezione di farmacie, alimentari, edicole, tabaccherie.
- vendita con consegna a domicilio sempre consentita e fortemente raccomandata.
- trasporto pubblico: si rimodula il servizio, ci si adegua al 50% massimo della capienza, e ci si riassetta sulla base delle chiusure delle scuole
- competizioni sportive: si possono fare ma bisogna fare il test nelle 72 ore prima della partita
Ecco come cambiano invece le fasce di colore delle altre regioni, in basi alle decisioni del Cts, recepite dal Ministro della Salute Roberto Speranza. Campania e Toscana, come previsto, entreranno in zona rossa, affiancandosi quindi a Lombardia, Piemonte, Provincia di Bolzano e Valle d’Aosta. In zona arancione passano le due regioni “compagne” di ordinanza: Emilia-Romagna e Friuli – Venezia Giulia, oltre alle Marche, che raggiungono così Abruzzo, Basilicata, Liguria, Puglia, Sicilia e Umbria. Rimangono zone gialle, oltre al Veneto, Sardegna, Molise, Lazio e provincia di Trento.
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Molte famiglie soffrono le difficoltà dovute al contagio, che è tornato a farsi sentire fortemente in questi giorni. Sul fronte sgravi, vi diamo due buone notizie: