Ritardi infrastrutturali, il Governo vara 4,6 miliardi di euro
Circa 4,6 miliardi da destinare a un fondo di perequazione infrastrutturale. E’ quanto prevede la prossima legge di Bilancio per procedere con la legge per l’Autonomia differenziata. Inizialmente il ministro Francesco Boccia aveva previsto le risorse all’interno del decreto legge, che era pronto per essere presentato ma è stato poi bloccato dall’emergenza Covid. Ora le risorse sono state incluse nelle tabelle della manovra e saranno a disposizione del Mezzogiorno, delle aree interne e delle aree di montagna non appena sarà approvata la legge sull’autonomia.
«Lo stanziamento per la perequazione infrastrutturale previsto in Legge di Bilancio», sottolinea il coordinatore dei parlamentari veneti del Partito Democratico, Roger De Menech, «dà la misura della concretezza del disegno dell’autonomia differenziata. Grazie al ministro Boccia, rendiamo disponibili risorse per cominciare a colmare i gap infrastrutturali delle aree interne e delle zone montane in coerenza con gli impegni assunti dal governo agli Stati Generali della Montagna a Roma e Roccaraso nel corso di questo anno. Le difficoltà dovute all’emergenza sanitaria hanno ritardato il processo, ma non lo hanno bloccato. La volontà del governo e del ministro Boccia di fare proprie le indicazioni dell’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna sono chiare e l’inserimento del fondo di perequazione nella legge di bilancio ne è la dimostrazione. L’idea forte del ministro e che noi appoggiamo da sempre è che la perequazione verticale finora fatta in Italia tra settentrione e mezzogiorno debba essere affiancata da provvedimenti orizzontali, ovvero in grado di superare i ritardi tra centro e periferia. Stiamo parlando di situazioni diffuse all’interno delle regioni, tutte, al nord, al centro e al sud del Paese».
Difficile ipotizzare come potranno essere utilizzati i finanziamenti, spiega ancora De Menech. «A oggi la manovra 2021 è solo una bozza nelle mani del governo il cui primo testo arriverà in discussione delle aule entro la fine del mese. Sarà la legge di bilancio a stabilire i criteri e le modalità di spesa. Certo è che la destinazione delle risorse è chiara, cioè coprire il differenziale di infrastrutture tra montagna e pianura, quindi per fare un esempio concreto, sarà possibile finanziare opere, per esempio, in Lessinia, Polesine, Altopiano di Asiago e provincia di Belluno, non nei centri urbani. Credo utile comunque farci trovare pronti con un piano di intervento unitario e chiaro almeno sulle linee principali. Per questo convocherò presto i sindaci, le associazioni di categoria e le parti sociali con cui stabilire le priorità e le azioni da svolgere insieme per fare di queste risorse una leva di sviluppo concreta».