Contributi bar e ristoranti Veneto, categorie equiparate a quelle turistiche

Contributi bar e ristoranti Veneto: con due distinti provvedimenti la Giunta regionale del Veneto estende anche alle imprese della ristorazione e della somministrazione di alimenti e bevande le provvidenze anti-Covid pensate per il rilancio del turismo e della cultura. «Nella seduta di Giunta – riferisce l’assessore regionale al lavoro – ho portato in approvazione due delibere che aggiustano gli strumenti di sostegno per lavoratori e imprese, adattandoli alle esigenze dei comparti del turismo e della cultura, che sono tra i più penalizzati dagli effetti economici della pandemia».

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Contributi bar e ristoranti Veneto, le due misure

La prima delibera contributi bar e ristoranti Veneto estende l’accesso al fondo di 35 milioni di euro per il mantenimento dell’occupazione, pensato per  offrire una effettiva riduzione del costo del lavoro a quelle imprese che hanno deciso o decidono di riprendere in attività i propri lavoratori dalla cassa integrazione, a nuove  categorie di beneficiari. «Oltre agli alberghi – sottolinea l’assessore – verrà data la possibilità di usufruire di questa forma di riduzione del costo del lavoro e di sostegno all’occupazione anche a nuove categorie economiche, in particolare al mondo della ristorazione e dei bar, alle imprese dello spettacolo e delle ricreazione, a quelle della gestione di eventi creativi, e alle imprese di trasporto taxi e con conducente».

La seconda delibera contributi bar e ristoranti Veneto, relativa al bando da 3 milioni di euro “Ri-partiamo” dedicato al rilancio del turismo veneto, proroga i termini sino al 30 settembre per presentare domanda ed estende la partecipazione, oltre che alle imprese alberghiere, anche a quella della ristorazione e di somministrazione alimenti e bevande, con una particolare attenzione per gli esercizi in quota.

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«Ho ascoltato le richieste del territorio – spiega l’assessore al lavoro –  e abbiamo pertanto deciso di estendere questa forma di supporto alle iniziative di formazione e rilancio del comparto turistico  anche a quel mondo di operatori economici della montagna rappresentati da malghe, ristoranti e bar che spesso sono l’unico presidio imprenditoriale e che devono potersi ripensare quali operatori dell’accoglienza, con competenze linguistiche, di comunicazione e culturali che siano in grado di intercettare un turismo sempre più esigente».

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