Maltempo Veneto: Verona, è stato di crisi

Maltempo Veneto: dichiarato lo stato di crisi per la zona di Verona. Luca Zaia, governatore del Veneto, ha firmato la dichiarazione dello stato di crisi per il Comune di Verona e altri comuni del Veronese, colpiti domenica 23 agosto dal maltempo Veneto che ha causato danni a infrastrutture e opere pubbliche, imprese industriali e agricole e causato danni ai privati.

Maltempo Veneto, si valutano i danni

La situazione è in evoluzione e costantemente monitorata dalla Protezione Civile regionale che – in stretto collegamento con il Sindaco di Verona – ha mobilitato i propri volontari sul posto e fatto affluire nel capoluogo scaligero  anche squadre da Vicenza e Rovigo. Non si esclude che nelle prossime ore, constatati i danni provocato dall’ondata di maltempo, il decreto sullo stato di crisi possa essere esteso anche da altri comuni del Veneto.

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Dopo aver annullato il previsto punto stampa sul Covid a Marghera, Luca Zaia, nella mattinata di lunedì 24 agosto, si sta recando a Verona, per un sopralluogo alla città colpita ieri da un potente uragano. Al suo arrivo nel capoluogo scaligero, il Governatore effettuerà subito una verifica di persona alle aree più colpite, accompagnato dai tecnici della Protezione Civile. Pioggia e vento hanno sradicato alberi, causato numerosi allagamenti e di fatto isolato per un paio di ore molti paesi della cintura veronese. Una perturbazione che si è spostata poi con la stessa forza verso le zone costiere.

La zona di Verona è stata la più colpita da un’ondata di maltempo Veneto che ha messo in ginocchio l’intera regione. In particolare colpite anche le zone di Vicenza e Padova. Si contano almeno 120 chiamate ai Vigili del Fuoco. E come sempre succede in questi casi, il giorno dopo si comincia a fare la conta dei danni. Che, anche in questo caso, si temono essere ingenti.

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I danni nei campi

Summit in Coldiretti a Verona stamattina per la conta dei danni alle campagne dopo il violento nubifragio maltempo Veneto che si è abbattuto nel cuore della città ma che non ha risparmiato vigneti e frutteti dell’immediata periferia. La furia del maltempo ha devastato persino le reti antigrandine atterrando coltivazioni di actinidia e sradicando viti con grappoli pronti alla vendemmia. Nel padovano colpite sia l’area della bassa che la zona dell’alta: si segnalano serre distrutte e annessi rustici scoperchiati. Salvi cavalli e animali nelle stalle rovinate da grandine e dalle raffiche di vento. La coda della tromba d’aria ha investito oltre a Padova anche Vicenza e Rovigo seppur in maniera minore creando disagi nei centri urbani dove si registrano alberi caduti e allagamenti lungo le strade. Frane nel bellunese in un territorio già fragile provato dalle calamità naturali

L’ultima perturbazione di maltempo Veneto ha colpito a macchia di leopardo il nord Italia facendo salire il conto dei danni a livello nazionale – evidenzia la Coldiretti – in un mese segnato da 5 grandinate e bombe d’acqua ogni giorno lungo la Penisola secondo un’analisi della Coldiretti su dati ESWD che in poche decine di minuti hanno spesso distrutto un intero anno di lavoro degli agricoltori.

Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

I cambiamenti climatici hanno fatto esplodere il pericolo idrogeologico – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con il risultato che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Una situazione aggravata dal fatto che – conclude la Coldiretti – il territorio italiano è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con la perdita negli ultimi 25 anni di oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari secondo la Coldiretti.

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