Coldiretti: la grandine colpisce tre volte al giorno da inizio estate

La grandine ha colpito l’Italia più di tre volte al giorno dall’inizio dell’estate 2020, e minaccia la vendemmia in corso e la frutta matura da raccogliere. A lanciare l’allarme sul clima pazzo è la Coldiretti, sulla base di dati ESWD in riferimento all’ultima ondata di maltempo che ha colpito il nord Italia dal Piemonte al Veneto fino al Trentino Alto Adige.

Bombe di acqua e ghiaccio hanno investito in particolare la fascia veneta del basso Garda a Lazise colpendo i vigneti di Bardolino e Chiaretto, quella fra Vicenza e Treviso devastando mais soia e frumento, l’area torinese con alberi sradicati e la zona del Brennero con allagamenti e frane.

Grandine sul riso pregiato di Grumolo

Il territorio vicentino il più segnato dalla furia del maltempo. Coldiretti Veneto segnala che già alla vigilia di Ferragosto la tempesta ha atterrato le coltivazioni di riso pregiato e di nicchia, presidio di Slow Food a Grumolo delle Abbadesse. Oggi pioggia e vento con grandine si sono scatenati nella parte alta da Bassano del Grappa fino ai comuni della Marca Trevigiana come Fonte e Caerano San Marco.

Ma non si tratta purtroppo di un fenomeno isolato – spiega Coldiretti – perché lungo tutta la Penisola in poco più di un mese e mezzo si sono verificati 484 eventi estremi fra violenti nubifragi, trombe d’aria, grandinate e bombe d’acqua che hanno causato pesanti danni a uliveti, ortaggi in pieno campo, frutteti, vigneti e tabacco ma anche a strutture rurali con tetti scoperchiati e serre divelte.

Clima sempre più tropicale

E così diventa sempre più comune che in una giornata torrida arrivi improvvisa una tempesta che porta con sé grossi chicchi di grandine. Siamo di fronte – evidenzia la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.

I cambiamenti climatici hanno fatto esplodere il pericolo idrogeologico – sottolinea la Coldiretti – su un territorio reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con il risultato che sono saliti a 7252 i comuni italiani, ovvero il 91,3% del totale, che sono a rischio frane e/o alluvioni secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ispra. Una situazione aggravata dal fatto che – evidenzia la Coldiretti – il territorio italiano è stato reso più fragile dalla cementificazione e dall’abbandono con la perdita negli ultimi 25 anni di oltre ¼ (-28%) della superficie agricola utilizzabile in Italia ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari secondo la Coldiretti.

Foto: Wikipedia, GFDL, https://it.wikipedia.org/w/index.php?curid=1516277

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