Veneto, positivi e sintomatici in giro. Zaia: «Così ci schiantiamo. Siamo passati a rischio elevato. Serve ricovero coatto»

Un viaggio in Serbia che costa 5 positivi, e centinaia di persone in isolamento. Il Governatore del Veneto Luca Zaia è piuttosto infuriato raccontando la storia di alcuni positivi veneti. Persone che sono tornate da un viaggio, in un caso, ignorando sintomi e continuando a lavorare e frequentare feste. Non solo: «Persone che hanno reso difficoltosa la ricerca di persone in contatto, non dando informazioni complete su lavoro e contatti». «Di questo passo – ricorda Zaia – non chiediamoci se il virus tornerà in autunno: è un dato di fatto, sicuro». «Se questo è il sistema di gestire sintomi: siamo davanti a persone che sapevano di essere entrati in contatto con positivi, di un sintomatico che – positivo – rifiuta di farsi ricoverare, una signora che non vuole dire i contatti che ha avuto, così non ne veniamo fuori». Ecco quindi l’annuncio: «Fosse per me un positivo che va in giro lo carcererei, scrivetelo pure. Lunedì presenteremo un’ordinanza con l’inasprimento delle misure sanitarie in Veneto. Chiedo a Roma che predisponga il ricovero coatto per chi è positivo e sintomatico». «Grazie a queste persone siamo passati da rischio basso a rischio elevato». Rt passato da 0,43 a 1,63.

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Il viaggio in Serbia

Esemplificativa la storia di un residente veneto tornato da un viaggio in Serbia il 25 giugno. La sera stessa ha febbre e tosse, ma non va a farsi visitare. Il 26 e il 27 ha incontrato persone in ambito lavorativo, partecipato a feste private. Il 28 si è presentato in pronto soccorso, dove è stato trovato positivo al Coronavirus, ma ha rifiutato il ricovero. «In questi casi dovrebbe essere coatto – sbotta Zaia -. Alla fine è stato ricoverato il primo di luglio e attualmente è in rianimazione. Ci ha dato una lista di contatti avuti dal 23 al 28 sera, ma anche la sera del 30. Vuol dire che ha visto gente anche dopo aver saputo di essere positivo. Tutte le persone sono state contattate». In totale 52 persone in isolamento a Vicenza. Uno dei contattati, il collega che era in auto insieme a lui, è risultato positivo.

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Zaia ha raccontato anche il secondo caso: «Questi sono il paziente zero, quello in rianimazione, e il paziente uno, il collega, che però ha saputo solo il 30 della positività. Poi c’è il terzo compagno di viaggio, che è stato trovato positivo il primo luglio, dopo sette giorni dal ritorno dal viaggio. Sempre il primo luglio è stato segnalato anche un quarto caso, un altro in viaggio con loro: erano in quattro e non in tre, non ce l’avevano detto. Uno non può incazzarsi di fronte ad una cosa del genere». Non solo i quattro del viaggio, però, poi è arrivata un’altra donna a Schiavonia, che aveva avuto contatti con il paziente zero.

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