Cig Veneto, dall'Inps subito il 40%: dopo le polemiche sui ritardi le nuove procedure
Cig Veneto, sono 33.700 le domande di cassa integrazione presentate dalle aziende, ma solo il 30% dei 114mila lavoratori interessati, ad oggi, ha ricevuto il corrispettivo. Proprio sul tentativo di snellire il sistema è intervenuto il Decreto Rilancio: la procedura per la cassa in deroga viene accentrata in capo all’Inps, saltando di fatto le Regioni. In teoria, questo dovrebbe accelerare i tempi, eliminando di netto un passaggio. Non solo, l’Istituto anticiperà subito il 40% dell’importo previsto entro 15 giorni lavorativi, mentre il resto verrà corrisposto al termine dell’istruttoria e delle opportune verifiche dopo aver ricevuto i dati completi dai datori di lavoro.
Intanto sui ritardi accumulati fino ad ora è rimpallo di responsabilità tra Regione, Governo, Inps e banche. «La Regione Veneto ha evaso tutte le domande», ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro Elena Donazzan, sottolineando che la Regione ha fatto tutto quello che era di sua competenza nella partita. Mentre per il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta le responsabilità degli incagli sono distribuite. «Ci sono stati ritardi delle Regioni, tutte, Veneto compreso, e ritardi dell’Inps, a causa della farraginosità del meccanismo. Adesso la procedura sarà più snella».
Gli incagli, però, potrebbero essere dovuti non solo alle lungaggini della burocrazia pubblica ma anche a quelle della «burocrazia» bancaria. Le banche infatti dovrebbero intervenire per anticipare l’indennità al dipendente nei casi in cui il datore di lavoro non sia in grado di farlo. Ma questo in molti casi non è avvenuto, con le banche che temono un’eccessiva esposizione finanziaria. Anche su questo il governo è intervenuto, inserendo nel decreto una garanzia a favore degli istituti di credito che anticipano le somme dovute.
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Cig Veneto, come funziona la nuova procedura
Le aziende che intendono ricorrere alla Cig Veneto in deroga, dovranno inoltrare domanda direttamente all’Inps entro 15 giorni dalla sospensione o riduzione dell’attività lavorativa, inviando l’elenco dei beneficiari e le ore di sospensione per ciascun lavoratore.
L’Inps ha poi 15 giorni di tempo disponibili per autorizzare le domande e anticipare subito il 40% delle ore autorizzate. Il restante 60%, sarà pagato quando riceverà tutta la documentazione con le ore di Cig effettivamente usufruite. La nuova procedura è valida solo per le nuove richieste di Cig, mentre per quelle in corso (fino a 9 settimane) bisognerà attendere il disbrigo delle pratiche in corso alle Regioni e i tempi tecnici di pagamento dell’Inps. Così anche per gli anticipi dell’assegno che valgono solo per i nuovi periodi autorizzati da quando è entrato in vigore il DL Rilancio.
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Facile quindi che si creerà un po’ di confusione poiché per le prime 9 settimane previste dal decreto Cura Italia si deve seguire il vecchio iter con trasmissione delle domande alle Regioni. Mentre per le altre 9 settimane, prorogate dal decreto Rilancio, c’è l’invio diretto a Inps col 40% di anticipo. La fruizione di queste ulteriori 9 settimane è poi spezzata: le prime 5 settimane sono utilizzabili solo da quei datori di lavoro ai quali sono state già riconosciute le prime 9 (non dovranno rifare la domanda), mentre le restanti 4 settimane saranno da attivare tra il primo settembre e il 31 ottobre 2020.
Andrea Fasulo