Reddito di emergenza, meno ore di lavoro e affitti pagati per le aziende: come sarà il «decreto Maggio»

Aiuti per aziende (affitti pagati, sconti in bolletta), riduzione dell’orario di lavoro, reddito di emergenza, rinnovo di cassa integrazione, sanatoria per i migranti, bonus per i lavoratori stagionali ed ecobonus per l’edilizia improntata alla sostenibilità ambientale. Un piatto ricco per una quadra – a livello politico – che non si riesce ancora a raggiungere. Tanto che il famoso decreto Aprile è diventato oramai il decreto Maggio: potrebbe essere approvato a ore, magari spacchettato in due interventi. Ma in attesa che il governo Conte trovi la soluzione e licenzi il testo, andiamo a vedere quali sono le misure che dovrebbero trovar spazio. Avvertenza d’obbligo: qualcosa potrebbe saltare, altre misure cambiare.

  • rimborso dell’affitto per tre mesi, attraverso un credito d’imposta al 100%, per tutte quelle imprese (di qualsiasi dimensione) che abbiano subito un calo di fatturato. Previsto anche uno sconto nelle bollette, non si pagheranno più gli oneri fissi. Di fatto le bollette aziendali saranno equiparate a quelle domestiche
  • rinnovo del bonus per gli autonomi, con un aumento previsto (si parla di arrivare fino a mille euro per i lavoratori più in difficoltà)
  • riduzione orario di lavoro, con stipendio fisso. Si punta ad abbattere le 40 ore, magari impegnando parte del tempo in formazione
  • rinnovo dei fondi per la cassa integrazione straordinaria
  • reddito di emergenza, misura di sostegno per le famiglie che non hanno avuto accesso ad alcun aiuto che andrà da 400 a 800 euro al mese. Nuovi sostegni previsti per categorie quali colf e badanti
  • ecobonus per gli investimenti di efficienza energetica e adeguamento sismico: salirà dal 65% al 110%. In pratica verrà restituito, negli anni, più di quanto speso
  • per il settore turistico, bonus da 1.000 euro per i lavoratori stagionali e ad un credito d’imposta per i canoni di locazione degli alberghi
  • motivo di grande scontro all’interno della maggioranza è la regolarizzazione dei migranti irregolari: si parla di 600mila persone, in particolare braccianti essenziali per l’attività agricola

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