Piange il turismo Veneto. «Crack da 13 miliardi di euro»
Tredici miliardi di euro, 24mila posti di lavoro persi solo nelle prime settimane di pandemia da Coronavirus. E se il primo dato è una stima, il secondo una certezza (lo ha diffuso infatti Veneto Lavoro). Il turismo Veneto conta i danni, e lo alzando un accorato grido di allarme. Anche perché i posti di lavoro che si rischiano di perdere sono veramente molti in prospettiva, considerando anche tutti quegli stagionali che si apprestavano a cominciare il loro periodo di lavoro. E se il Governatore Luca Zaia ha invitato i cittadini tedeschi a venire in vacanza in Veneto quest’estate, la realtà pare essere ben diversa.
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«Finché eravamo solo noi a dire che il nostro è il settore più danneggiato dall’emergenza coronavirus, il primo a chiudere e l’ultimo a ripartire, molti avrebbero potuto pensare che fosse un’esagerazione corporativa. Ma oggi abbiamo la sconvolgente conferma dei dati: per il turismo siamo perfino oltre la Caporetto». Nelle parole di Marco Michielli, presidente regionale di Confturismo e di Federalberghi Veneto c’è tutta l’amarezza di una situazione pesantissima, in un’emergenza che non fa prigionieri, con una proiezione dei fatturati giù del 73% nel solo comparto alberghiero, come rileva la stima di oggi di Federalberghi nazionale. Calcolato sui circa 18 miliardi di fatturato del turismo veneto ante-emergenza, si traduce in una perdita potenziale di oltre 13 miliardi di euro.
Turismo Veneto, l’esercito dei disoccupati
La doccia fredda, se mai ce ne fosse stato bisogno, viene dai dati di Veneto Lavoro: 50mila posti di lavoro persi in 2 mesi da tutte le attività, 24mila dei quali nel solo settore del turismo. Insomma, siamo al 50% dei posti persi, quando il peso specifico del settore sull’economia complessiva del Veneto è tra il 15 e il 18%. Una catastrofe che il turismo Veneto non si può certo permettere. «E’ un dato talmente eclatante che, non lo nascondo, ha preso in contropiede perfino me, soprattutto se considera nei prossimi mesi la quantità delle mancate assunzioni che già si stanno verificando per quanto riguarda i lavoratori stagionali – dichiara Michielli – Rischiamo che i prossimi bollettini di Veneto Lavoro rechino dei valori che dovrebbero non solo far riflettere, ma essere persino imbarazzanti per il governo, che a questo punto deve assumere rapidamente tutti i provvedimenti che sono stati chiesti dalle componenti del sistema Confturismo».
«Per quanto riguarda la Regione Veneto – conclude Michielli – la preghiera è di riflettere su quelle che sono le priorità da darsi nell’ottica della tutela dell’occupazione e dei sostegni al mancato reddito nei confronti di tutti i nostri collaboratori, perché con le aziende chiuse e i conseguenti mancati incassi nessuno di noi è in grado di svolgere una qualsiasi forma di assistenza sociale sostituendosi a chi dovrebbe farsene carico. L’appello è di considerare, pur nell’emergenza che colpisce tutti i settori, che una priorità va data al sistema del turismo. Il rischio è che l’anno prossimo molte aziende non possano riaprire disegnando uno scenario sconcertante per quanto riguarda i posti di lavoro e la ricchezza distrutta».