Scuole Veneto, Zaia stoppa Donazzan: «Nessuna riapertura in estate»
«Le scuole Veneto non devono riaprire. L’ho già detto e lo ripeto: è troppo rischioso. Così ci dicono i dati clinici». A mettere quella che sembra essere la parola fine alla riapertura estiva delle scuole Veneto è il governatore Luca Zaia. Creando così, se non una spaccatura, un’incrinatura all’interno della sua squadra di Giunta. Tramontata l’idea di riaprire a maggio (manca solo la decisione finale da parte del Governo, ma nessuno ha più la speranza di poterlo fare) l’idea dell’assessore all’istruzione della Regione Veneto, Elena Donazzan, era quella di riaprire durante l’estate, quanto meno per far recuperare le lacune agli studenti che ne avessero avuto bisogno. Un’ipotesi stoppata nettamente da Zaia, con la Donazzan che ha ribadito aggiustando la mira: «Qualcosa bisogna pur fare. Per colmare soprattutto lacune di terza media e quinta superiore si deve ragionare su un recupero in estate. I comitati scientifici ci diranno se si potranno utilizzare gli spazi, ma se non si farà in aula bisognerà comunque procedere con la didattica a distanza».
Doppio turno e scuola al sabato per le scuole Veneto
Rimane il grande nodo relativo all’apertura del prossimo settembre. L’idea è di salvaguardare le lezioni in aula, ma il grosso problema sarà rispettare le misure di sicurezza. In particolare preoccupa la gestione degli spazi: con aule già, in molti (troppi) casi sovraffollate, sarà difficile già riuscire a mettere in campo i doppi turni, con scuola al mattino e al pomeriggio, compreso il sabato. Ovvero la proposta Donazzan, che però si scontra anche con il doppio lavoro al quale sarebbero stati costretti gli insegnanti i quali, secondo l’assessora, avrebbero così recuperato il minor lavoro fatto in questo periodo. L’ipotesi che così sta raccogliendo più consensi per le scuole del Veneto, e che si prospetta essere più fattibile è quella di suddividere la classe in due gruppi, che si alterneranno tre giorni a testa dal lunedì al sabato: metà studenti presenti in classe, con tutte le precauzione necessarie, l’altra metà da casa, con il tablet, collegato in streaming live alla lezione, in “smart schooling”.