Schiavonia, multati sindaci della Bassa padovana e giornalisti

A volte anche una multa può diventare un clamoroso autogol. Quanto successo giovedì mattina, fuori dall’ospedale di Schiavonia, a pochi chilometri da Monselice, non sembra trovare molte spiegazioni. Una ventina di sindaci di Comuni della bassa padovana si erano infatti ritrovati, all’aperto, con mascherine e fascia tricolore, a debita distanza, per chiedere la riapertura di almeno una parte del nuovo ospedale per le attività ordinarie. Schiavonia, infatti, è diventato hub completamente dedicato al Coronavirus. Lasciando di fatto senza altre prestazioni una gran fascia di popolazione. Ma sindaci e giornalisti presenti sono stati tutti denunciati e multati dai vigili del Comune di Monselice per assembramento. I primi cittadini presenti erano quelli delle municipalità di Arquà Petrarca, Baone, Borgo Veneto, Battaglia Terme, Due Carrare, Conselve, Montagnana, Granze, Castelbaldo, Sant’Urbano, Merlara, Pernumia ,Ospedaletto Euganeo, Casale di Scodosia, Bagnoli, San Pietro Viminario, Sant’ Elena, Barbona e Villa Estense.

Ed ecco il racconto di Nicola Cesaro, inviato sul posto del gruppo Finegil.

«Questa mattina, assieme a venti sindaci della Bassa padovana, sono stato segnalato (diciamo pure denunciato) dalla polizia locale di Monselice. Era la quarta volta che uscivo di casa dal 9 marzo: prima ero uscito per una spesa personale, per una spesa ad una vicina di casa, per il tour (affollatissimo e voluto da Usl e Regione) all’interno del Covid Hospital e oggi per la protesta dei sindaci dell’Usl 17 che chiedono un ospedale per questo territorio. I sindaci presenti indossavano i dovuti dispositivi di protezione e rispettavano attentamente le distanze di sicurezza».

«Alla conferenza mancavano pochi primi cittadini – prosegue Cesaro –  uno dei quali comanda la polizia locale che ha compiuto il “blitz”. Ora la Prefettura di Padova valuterà se ha senso la contestazione dei vigili – la protesta di pubblici ufficiali per garantire la sanità pubblica non è motivo sufficiente per creare assembramento – e dunque se è il caso di procedere con la sanzione, o se hanno valore le autocertificazioni di sindaci e cronisti con cui si motiva la presenza. Da parte mia, penso sia evidente il dovere e diritto di cronaca di cui peraltro non ho mai abusato in queste settimane di emergenza, anzi. Niente da dire verso i vigili che fanno il loro lavoro. Qualche parolina, invece, la meriterebbe chi li ha inviati con sospettabile puntualità e con un sospettabile mandato davanti all’ospedale».

La nostra solidarietà ai colleghi multati: stavano facendo, in totale sicurezza, il loro lavoro. Un lavoro, ribadiamo, essenziale. Ci permettiamo di aggiungere: solidarietà anche ai sindaci. Indossavano dispositivi di sicurezza sanitaria, erano a distanza. Sono rappresentanti di un vasto territorio, in veste istituzionale, non dei passanti. Siamo tutti consci delle limitazioni (giustissime) del periodo. Ma non vorremmo che diventassero la scusa per una limitazione inaccettabile: quella al diritto d’opinione, di espressione e di cronaca. 

(foto dal profilo facebook di Luca Callegaro, sindaco di Arquà Petrarca)

 

 

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