Coronavirus, in Veneto persi 35-40mila posti di lavoro in un mese e mezzo

A un mese e mezzo dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Veneto si sono persi circa 35-40 mila posti di lavoro dipendente tra mancate assunzioni e diminuzione effettiva delle posizioni lavorative, pari a circa il 2% dell’occupazione dipendente complessiva. I dati di Veneto Lavoro, aggiornati al 5 aprile 2020, confermano dunque le pesanti ripercussioni della crisi sanitaria sulle dinamiche dell’occupazione regionale.

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Tipologie contrattuali

Nel calo sono coinvolte tutte le tipologie contrattuali: i contratti a tempo indeterminato mostrano una flessione di 6.900 rapporti di lavoro rispetto al risultato di un anno fa, meno 3.000 per l’apprendistato, meno 30.000 per i contratti a termine, che includono anche i rapporti di lavoro stagionali per i quali le assunzioni sono diminuite del 64%. La diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato è risultata maggiore nei settori catalogati dal Governo come “non essenziali” (-66%) rispetto a quelli “essenziali” (-45%), mentre i contratti a termine sono crollati in tutti i settori, soprattutto nel turismo.

I settori più colpiti

Le attività turistiche e commerciali sono quelle più colpite dagli effetti della pandemia e con l’esordio della crisi Covid-19 hanno lasciato sul terreno circa 20.000 posizioni di lavoro. In particolare difficoltà sono anche il tessile-abbigliamento, il legno-mobilio, le produzioni in metallo, le attività professionali e l’editoria. Ma è l’intero tessuto produttivo che risulta in sofferenza, con riduzioni medie di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2019. Agricoltura, industria alimentare, sanità e servizi sociali, industria farmaceutica, chimica-plastica, servizi informatici e vigilanza sono tra i pochi comparti che riescono a contenere il calo delle assunzioni attorno al 20%.

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