Coronavirus, sicurezza al lavoro, è scontro fra industriali e Cgil
Fare i «nomi», o meglio tacere: è scontro fra industriali e Cgil sulla riapertura in sicurezza delle attività produttive in Veneto. Un tema molto attuale, visto che proprio oggi, martedì 14 aprile, riapriranno ulteriori aziende secondo quanto previsto dall’ordinanza di Pasquetta (leggi qui le misure previste) firmata dal Governatore del Veneto, Luca Zaia. Ad accendere la miccia della polemica un’intervista rilasciata da Antonio Ferrari, segretario regionale della Cgil, a il Mattino di Padova. Ferrari sostiene che almeno metà delle imprese venete in realtà non si sono mai fermate, e che soprattutto c’è bisogno di maggiore sicurezza. «Il primo passo è garantire la salute e la sicurezza di tutti – si chiede Ferrari -. Vogliamo sperimentare misure di sicurezza? Facciamolo nel 50 per cento di imprese aperte, che in tanti casi non hanno neanche mascherine a disposizione. Zaia faccia un’ordinanza per imporle. E cominciamo a ragionare con gli industriali di organizzazione del lavoro, turni, distanziamenti, rarefazione delle presenze concomitanti, uso di tamponi, termoscanner e test sierologici. E di mobilità, perché anche questo è un tema visto che dovremo convivere a lungo con il virus. Come si va al lavoro in sicurezza?».
Un’intervista a 360 gradi, nella quale Ferrari chiama in campo i virologi, paventa l’arricchirsi delle mafie con i soldi del sostegno alle imprese previsti dal Governo, al quale ha risposto con un tweet Enrico Carraro, presidente degli industriali del Veneto. «Se il segretario Ferrari ha notizia di aziende dove lavorano senza mascherine o distanza droplet – ha scritto Carraro – farebbe bene a tirare fuori nomi e cognomi. Spisal in Veneto ha certificato nei suoi controlli sempre massima aderenza a protocolli sottoscritti con ooss». Si attendono gli sviluppi della polemica. Dopo l’invito di Carraro a rendere pubblici i nomi, la palla passa a Ferrari: arriverà l’elenco delle aziende che secondo il segretario Cgil non rispettano le regole?