Safilo, i lavoratori di Longarone approvano l'accordo

I lavoratori dello stabilimento Safilo di Longarone hanno approvato l’ipotesi di accordo sottoscritta tra i sindacati e l’azienda il 2 marzo. La votazione è avvenuta nel corso dell’assemblea in cui i sindacati hanno presentato il piano. Lo stabilimento di Longarone occupa attualmente 860 lavoratori, di cui 400 erano stati dichiarati in esubero dalla direzione aziendale, una soluzione immediatamente respinta dal sindacato di categoria e dalle Rsu che avevano chiesto di percorrere vie alternative ai licenziamenti.

L’ipotesi di accordo, arrivata dopo mesi di una complessa trattativa che ha interessato in modo importante anche le segreterie regionali e nazionali di categoria, la Regione Veneto e il ministero dello Sviluppo economico, prevede un impianto che opera su diversi livelli di intervento, spiegano Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec Uil in una nota.

Safilo, cosa prevede l’accordo

«Da una parte sono previsti una serie di strumenti finalizzati alla difesa dell’occupazione e di incentivo all’esodo volontario – si legge -, quali il contratto di solidarietà per 12 mesi rinnovabile, a fronte di un confronto fra le parti 3 mesi prima della scadenza del primo anno, per un ulteriore anno e uno schema di incentivazione che può arrivare alle 12 mensilità; dall’altra l’impegno per un confronto serrato con la Rsu e le O.O.S.S. territoriali, per individuare per ogni singolo reparto gli elementi di continuità e garanzia produttiva. Si è condiviso di valorizzare l’esperienza delle commissioni di efficienza nate con l’ultimo accordo integrativo, rilanciandone l’attività anche attraverso percorsi di formazione congiunti definiti appositamente».

L’accordo «è stato approvato dai dipendenti di Longarone a larghissima maggioranza, con la considerazione che questo accordo deve rappresentare un punto di partenza e non di arrivo» affermano i sindacati, secondo i quali l’intesa raggiunta a Longarone dev’essere ricompresa in un accordo quadro da siglare al Mise.

«La Regione Veneto – prosegue la nota – attraverso l’unità di crisi aziendali ha giocato un ruolo determinante per arrivare ad una soluzione condivisa, un impegno che sollecitiamo vada mantenuto anche nel coordinare l’attività conseguente agli obbiettivi assunti durante il primo incontro degli stati generali dell’occhialeria. L’appuntamento del 16 marzo sul tema annoso quanto strategico della difesa del Made in Italy conferma questo approccio, non solo della Regione ma anche della Provincia, di Confindustria Belluno e delle principali aziende ad essa associate».

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