Safilo, prima intesa sugli esuberi. Donazzan: «Pronti a sostenere il ricollocamento»

Safilo, tra azienda e sindacati si va verso la chiusura di un accordo quadro sul tema dei 700 esuberi annunciati nelle scorse settimane. Nel corso di un incontro tenutosi ieri 5 febbraio nella sede di Assindustria di Padova è emerso che entro il 30 giugno Safilo chiuderà l’impianto di Martignacco, in provincia di Udine. Quale sostegno al reddito dei 250 lavoratori coinvolti, la Proprietà ha proposto la Cassa integrazione straordinaria. A Longarone si è parlato di solidarietà per i 400 addetti, non più di cassa integrazione. A Padova ha preso piede una ipotesi di incentivi all’esodo, trattandosi di 50 lavoratori.

L’incontro si è chiuso con un impegno dell’azienda a svolgere, entro il 14 febbraio, una serie di incontri locali nelle tre sedi maggiormente interessate dalla crisi, Longarone, Padova e Martignacco, e a rifissare un nuovo tavolo al Mise per la sigla di un accordo quadro.
Sul tema l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan ha annunciato che venerdì 21 febbraio si riunirà a Longarone il gruppo di lavoro sul Made in Italy nel settore dell’occhialeria, con il coinvolgimento di docenti universitari degli atenei veneti (Padova, Cà Foscari, Iuav e Verona) e di alcuni referenti del sindacato e delle imprese. L’assessore ha anche preannunciato una azione specifica di out placement da attuarsi immediatamente in relazione alle conseguenze della vertenza Safilo. «Non disperderemo il capitale umano formato negli anni in un’azienda leader di mercato – conferma la referente delle politiche per il lavoro e la formazione della Regione Veneto – e siamo pronti ad intervenire per accompagnare eventuali esuberi».

Andrea Fasulo

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