Parco Lessinia: Zaia congela la legge, ma i manifestanti vogliono cancellarla

Domenica 26 gennaio migliaia di persone hanno marciato sui sentieri della Lessinia: sulla neve, senza bandiere né striscioni, per opporsi alla proposta di legge regionale che avrebbe ridotto di 1700 ettari, pari al 18%, la superficie del parco.

E la protesta sembra aver funzionato, perché il progetto di legge messo a punto da tre consiglieri di maggioranza è stato bloccato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, che si è detto all’oscuro della proposta di legge, e d’altra parte ha smentito i timori dei manifestanti, sostenendo che l’area «non sarà più piccola, ma con il nuovo perimetro potrebbe anzi risultare più vasta di qualche decina di ettari».

La legge per il momento non è stata ritirata, ma è semplicemente slittata, probabilmente dopo le elezioni regionali. Da una parte la maggioranza a trazione leghista, favorevole alla riduzione del parco per andare incontro alle esigenze di una parte degli abitanti. Dall’altra i manifestanti, convinti che la legge non farebbe altro che favorire cementificatori e cacciatori, a “piede libero” nell’area non più protetta. Un equilibrio delicato, nel quale una scelta azzardata potrebbe spostare troppo l’ago della bilancia. Rischioso, con le elezioni alle porte.

Secondo l’associazione Lessinia Futura, che ha promosso la manifestazione, «si vuole portare in Consiglio Regionale una planimetria che prevede la trasformazione di 1.770 ettari di area protetta in zone contigue che per la legge quadro nazionale 394/91 sono da considerarsi “esterne” al Parco. In tal senso l’annunciato stralcio dell’articolo 5 dalla proposta di legge non cambia la sostanza dell’operazione, ma se possibile la aggrava».

Giacomo Porra

Foto: Facebook

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