Epilessia, boom di formazione nelle scuole. In classe una crisi su tre
Qualcosa si muove e lo fa in uno dei luoghi fondamentali per la crescita dei giovani: la scuola. Cresce la voglia di formazione da parte degli insegnanti delle scuole di Padova e provincia sul tema dell’epilessia: se in tutto il 2019 sono stati effettuati 17 incontri nelle scuole da parte dei medici della Neurologia-Neurofisiologia della Clinica Pediatrica dell’Università di Padova, con circa 600 docenti coinvolti, sono già 21 gli appuntamenti fissati per i soli primi sei mesi del 2020, che vedranno presenti, si stima, almeno 420 insegnanti. Incontri utili a fornire gli strumenti essenziali per affrontare una patologia neurologica che colpisce 40mila persone in Veneto.
Sensibilizzare è anche lo scopo del portale http://www.insiemeperepilessia.it, progetto partito a fine 2019 che raccoglie testimonianze di persone con epilessia e aggiornamenti scientifici. «I dati ci dicono che il 30% delle crisi epilettiche accadono a scuola e, allo stesso tempo, la crisi è il primo motivo di chiamata al 118 da parte degli istituti – spiegano Maria Roberta Colella e Pietro Moroni, presidenti rispettivamente di «Uniti per Crescere» e AICE Padova –. In realtà la maggior parte delle crisi possono essere affrontate conoscendo le procedure da mettere in atto. Ed è per questo che siamo molto contenti di vedere crescere l’interesse da parte di insegnanti e operatori della scuola. Da parte nostra stiamo mettendo in campo tutte le risorse necessarie per garantire il calendario degli incontri».
Questo vasta partecipazione è riconducibile alla sensibilizzazione degli insegnanti ad opera della recente delibera regionale «Raccomandazioni in tema di somministrazione di farmaci in orario scolastico» pubblicata dalla Regione Veneto nel primo bollettino ufficiale del 2019. «La delibera è un atto che ha recepito raccomandazioni ministeriali relative al 2005 – concludono Colella e Moroni – per il quale ci siamo fortemente battuti per anni. Evidentemente ha fatto crescere l’attenzione sul tema epilessia all’interno nelle scuole». I dati Istat relativi al Veneto sono chiari: il 47 % delle scuole primarie e il 47 % delle scuole secondarie di I grado sono coinvolte in richieste di somministrazione di farmaci per emergenza. Uno degli obiettivi è quello di evitare casi di discriminazione, come quello raccontato da Sofia Riello, una giovane padovana, sul portale. «Io ho un solo episodio negativo da raccontare. Ma per fortuna ai tempi ne sono stata tenuta all’oscuro – ricorda nella sua intervista –. Una gita a Mantova che una professoressa aveva chiesto ai miei genitori di evitarmi. Ma loro si sono fatti valere e sono andata. Questa è una cosa importante da ribadire: la scuola non deve essere mai discriminante con chi è affetto da patologie. A volte si tende ad abbassare la testa, ma non deve essere così. I diritti ci sono e vanno tutelati. Mi ha colpito, a posteriori, la paura di quella prof: se penso alle camminate e alle notti in tenda trascorse come scout, i miei responsabili erano ragazzi di 25, 30 anni. E nessuno ha mai avuto paura».
http://www.insiemeperepilessia.it è un progetto realizzato dall’associazione «Uniti per Crescere», che sostiene i medici di Neurologia-Neurofisiologia della Pediatria dell’Università di Padova e AICE (Associazione Italiana Contro l’Epilessia) Padova, con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo.