Campi allagati, raccolti distrutti. Nel basso veronese semine a rischio
Esondazioni di torrenti, bombe d’acqua, piogge torrenziali. Tutti elementi che concorrono ad allagare i campi del basso veronese e a distruggere i raccolti. Il maltempo, che da giorni sta flagellando la provincia, non sembra voler mollare la presa. L’allerta della Protezione civile continua ad essere rossa, per possibili precipitazioni di forte intensità. E gli agricoltori sono preoccupati.
«I campi sono impraticabili per seminare qualsiasi cosa – spiega Filippo Sussi, presidente del settore seminativi di Confagricoltura Verona -. Nel basso veronese siamo in grande difficoltà con la semina dei cereali autunno vernini, vale a dire frumento, frumento duro e orzo, che si seminano entro la fine di novembre. Se le piogge cessano, si riuscirà a farlo forse per la metà di dicembre, ma può anche essere che molti rinuncino a seminare. Anche con il riso abbiamo avuto problemi. A causa delle avversità climatiche eravamo in ritardo di 15 giorni e perciò molti si sono trovati a raccogliere nel bel mezzo di questo periodo di piogge, con conseguenze sia per la raccolta sia per la qualità della produzione».
«Ho seminato frumento duro nei miei campi di Mozzecane alla fine di ottobre e il giorno dopo ha iniziato a piovere – racconta Guidalberto Di Canossa, ex presidente di Confagricoltura Verona e coltivatore -. Il 60 per cento è marcito. Il che significa che sono andate in fumo migliaia di euro in sementi, concimi, aratura, diserbi, mancato raccolto. Nel prossimo giugno la produzione del frumento sarà più che dimezzata e dovremo vedere se nella parte marcita si potrà seminare dell’altro. Però avremo grandi aggravi di costi, perché le perdite si aggirano intorno a seicento euro a ettaro. Nel mio caso parliamo di 40 ettari, quindi 24 mila euro di investimenti buttati al vento. Se il 2019 è stato un anno horribilis, il 2020 sarà anche peggio. Non si era mai vista una cosa simile».
«Per chi ha ortaggi sotto serra grandi problemi non ce ne sono – spiega Francesca Aldegheri, referente per il settore frutta di Confagricoltura -. Chi invece ha ortaggi in pieno campo, come il radicchio, ha difficoltà nella raccolta e anche problemi di marcescenza del prodotto. Impossibili in questo momento le semine: i campi sono fradici, con i trattori non si riesce a entrare. Difficoltà anche per i kiwi e le mele Pink lady, varietà di mela tardiva che si raccoglie fino a novembre. Nei miei campi di Belfiore, nel Basso Veronese, abbiamo iniziato a raccoglierla il 2 novembre, ma non siamo mai riusciti a fare tre giorni continuativi. Le colture sono mature, ma con questo tempo non si riesce a finire la raccolta».
Giacomo Porra