Morti sul lavoro, la strage non si ferma. In Veneto sono 34, Vicenza maglia nera
Morti sul lavoro, una strage continua. A livello nazionale sono cresciuti del 4,3% rispetto allo scorso anno, con una media di 85 vittime al mese. Nel periodo compreso tra gennaio e luglio 2019 nel solo Veneto sono stati 34.
«I numeri fanno rabbrividire. E ancor più le variazioni rispetto allo scorso anno. Perché non solo si continuano a contare centinaia di vittime sul lavoro nei primi sette mesi del 2019, ma ad emergere è anche e soprattutto l’incremento del numero dei decessi in occasione di lavoro: +4,3%.», sottolinea Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre innanzi all’ultima indagine elaborata dall’osservatorio sulla base dei dati Inail.
In Italia sono 432 i decessi rilevati in occasione di lavoro, mentre 167 quelli in itinere: 599 in tutto. Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nel 2019 sono 22. Mentre sono 29 quelle decedute in itinere.
Ancora – e come sempre – la Lombardia al primo posto per numero di decessi (62), al secondo il Lazio (43). Seguono: Piemonte (40), Campania (38), Sicilia (35), Emilia Romagna e Veneto (34), Puglia (28), Toscana (24), Trentino Alto Adige e Abruzzo (14), Marche (11), Basilicata e Calabria (9), Umbria, Friuli, Liguria (8), Sardegna (7), Molise (6).
In regione la provincia di Vicenza , con 12 morti, è al primo posto della triste classifica dei decessi in occasione del lavoro, seguita da Verona (9), Padova (5), Treviso e Rovigo (3) e Venezia (2).
A mietere più vittime in occasione di lavoro sono: il settore delle Attività Manifatturiere (59) e quello delle Costruzioni (55). Seguono: Trasporto e Magazzinaggio (45), mentre nel Commercio, riparazione di autoveicoli e motocicli i morti sono (26). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è tra i 45 e i 64 anni (280 vittime).
Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 78 (pari al 18,1% del totale). Mentre sono 33 le vittime straniere rilevate in itinere. Rumeni, albanesi e marocchini i più coinvolti dal dramma.
Per quanto riguarda, invece, l’indice di rischio di mortalità più elevato rispetto alla popolazione lavorativa (per milione di occupati) è il Molise a far emergere il dato peggiore con un’incidenza di 57,2 rispetto ad una media nazionale di 18,8.