Consumo di suolo, Veneto maglia nera tra le regioni italiane
La cementificazione avanza senza sosta in Italia: nelle aree urbane ad alta densità solo nel 2018 si sono persi 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde. E il Veneto fa registrare il triste primato tra le regioni italiane per incrementi di consumo di suolo, con i suoi +923 ettari, seguita da Lombardia +633 ettari, Puglia +425 ettari, Emilia-Romagna +381 ettari e Sicilia +302 ettari. Rapportato alla popolazione residente, il valore più alto si riscontra in Basilicata (+2,80 m2/ab), Abruzzo (+2,15 m2/ab), Friuli-Venezia Giulia (+1,96 m2/ab) e Veneto (+1,88 m2/ab).
Questi sono solo alcuni dati, riferiti al 2018, contenuti nel Rapporto sul consumo di suolo 2019, redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e dall’Snpa (Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente e presentato in Senato.
Tra le città Roma, con un incremento di superficie artificiale di quasi 75 ettari, è il comune italiano con la maggiore trasformazione, seguito da Verona (33 ettari), L’Aquila (29), Olbia (25), Foggia (23), Alessandria (21), Venezia (19) e Bari (18), tra i comuni con popolazione maggiore di 50.000 abitanti. Tra i comuni più piccoli, si distingue Nogarole Rocca, in provincia di Verona, che ha sfiorato i 45 ettari di incremento.
Il consumo di suolo in città ha un forte legame anche con l’aumento delle temperature: dalla maggiore presenza di superfici artificiali a scapito del verde urbano, infatti, deriva anche un aumento dell’intensità del fenomeno delle isole di calore. La differenza di temperatura estiva delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi. Più della metà delle trasformazioni dell’ultimo anno si devono ai cantieri (2.846 ettari), in gran parte per la realizzazione di nuovi edifici e infrastrutture e quindi destinati a trasformarsi in nuovo consumo permanente e irreversibile.