Carenza di medici in Veneto: verso l'assunzione di specializzandi del quarto anno
Lungo vertice in Azienda Zero per trovare un accordo sulla carenza di medici negli ospedali veneti che scatenato non poche polemiche dopo la decisione della Regione di autorizzare in via eccezionale l’assunzione dei pensionati. Attorno al tavolo, oggi 9 settembre, c’erano Regione Veneto, Scuole di Medicina delle Università di Padova e Verona e Ordini dei Medici.
È stata decisa, afferma l’assessore regionale alla sanità Manuela Lanzarin, «l’immediata attivazione dell’Osservatorio Regionale per la Formazione Specialistica, che diventa il tavolo tecnico dove verranno affinati i contenuti dell’intera operazione, partendo dalla definizione di un protocollo d’intesa che conterrà nuove modalità di collaborazione per la rotazione negli ospedali accreditati degli specializzandi, con maggiori numeri e una maggiore distribuzione sui singoli nosocomi».
Si è anche deciso di stendere un accordo per l’assunzione degli specializzandi del quarto e quinto anno che sono in graduatoria e si è convenuto sull’opportunità, che sarà approfondita nei prossimi incontri tecnici, di allargare il numero degli ospedali veneti accreditati per essere sede di formazione universitaria.
«Ragioneremo anche di quelle strutture che, per un motivo o l’altro dovessero rimanere escluse dall’ampliamento degli ospedali accreditati alla formazione universitaria – aggiunge Lanzarin – e su questi si potrebbero inserire i giovani medici come previsto dalle nostre delibere e formati, in accordo con università e ordini dei medici, nell’ambito della Scuola Regionale di Sanità Pubblica».
Il fabbisogno generale della Regione è di oltre 1.300 medici, calcolato al 2018, ma tendenzialmente in aumento anche per le previsioni delle delibere regionali sugli standard da erogare (aumentati) e sulle liste d’attesa da rispettare (ridotte fino a un massimo di 4 ore per un codice bianco). Tra le branche più in difficoltà, il fabbisogno nei Pronto Soccorso è valutato in 320 medici; di 180 medici è la carenza in medicina interna e geriatria; 80 i posti vacanti in pediatria; 70 in ostetricia e ginecologia; 253 in anestesia e rianimazione.