Popolari venete, il ministro Tria ha firmato il decreto per il fondo indennizzi

Da notizie filtrate nei giorni scorsi sembrava che la tanto agognata firma del ministro dell’Economia Giovanni Tria dovesse arrivare non prima di un mese. Invece ora, con una decisione inaspettata, il terzo decreto attuativo che sblocca definitivamente i rimborsi per una parte dei risparmiatori colpiti dal crac delle popolari venete, sembra abbia avuto l’ok definitivo del governo.

Lo riferisce il «Coordinamento Ezzelino da Onara», in una nota diffusa ieri 7 agosto. È il portavoce Patrizio Miatello a far sapere che i vertici della sua associazione hanno appreso «con sollievo e soddisfazione direttamente dal sottosegretario agli affari economici Alessio Villarosa del M5S» dello sblocco della procedura. Più nel dettaglio Villarosa «ci ha comunicato l’avvenuta firma del ministro dell’Economia Giovanni Tria» il quale già dai primi del mese avrebbe apposto il suo sigillo all’ultimo e definitivo «decreto ministeriale». Miatello ringraziando Tria,  spiega che ora i risparmiatori attendono la pubblicazione del documento sulla Gazzetta ufficiale. Dopo la pubblicazione ci saranno 180 giorni per presentare le domande di indennizzo garantite da un fondo ad hoc creato per legge.

Il provvedimento non coprirà tutti gli azionisti colpiti dal crollo di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, ma nelle intenzioni dei sostenitori della legge, dovrebbe dare una boccata d’ossigeno a coloro che versano in condizioni economiche più precarie. Per Miatello si tratta «di una data storica». Il prossimo passaggio sarà l’apertura del portale Consap (che inizialmente era prevista per il 26 luglio), dove verranno inoltrate le richieste di rimborso.

La legge per il fondo indennizzi per i risparmiatori delle ex popolari aveva ricevuto il sì definitivo al Senato lo scorso 27 giugno nell’ambito dell’approvazione del Decreto Crescita. Il Fondo ammonta a 1,5 miliardi di euro in tre anni e prevede l’indennizzo del 30% del valore di acquisto delle azioni con un tetto di restituzione fino a centomila euro. Il tetto vale anche nel caso delle obbligazioni subordinate il cui indennizzo sale però fino al 95%.

Andrea Fasulo

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