Fondo indennizzi, scoppia il caso commissioni. La Regione: «Controlli ferrei»

Sul Fondo Indennizzi per i risparmiatori “truffati” (Fir), partito ufficialmente pochi giorni fa, si addensano già le prime nubi. È di ieri, lunedì 26 agosto, la notizia di un esposto presentato al Tribunale di Treviso contro la lettera che molti ex azionisti di Veneto Banca e Popolare di Vicenza stanno ricevendo dal “Movimento diritti europei“.

«In collaborazione con lo studio legale Tlc Lawyers», si legge nella lettera, «forniamo assistenza alla presentazione delle istanze destinate al Fondo Indennizzo Risparmiatori». Nella lettera si propone di sottoscrivere un contratto d’incarico per l’assistenza alla presentazione delle domande al Fondo al costo del 7% dell’incassato. Una percentuale considerata troppo alta e che ora, una volta partito il Fir delle banche messe in liquidazione (trecentomila soci coinvolti e un miliardo e mezzo di euro a disposizione per tre anni), è finita nel mirino di altre associazioni.

Sul tema è intervenuta la Regione Veneto, che nei giorni scorsi aveva messo a disposizione delle associazioni che rappresentano i risparmiatori un fondo di 1,1 milioni di euro per sostenere le spese legali. «Che sia chiaro: i controlli sono ferrei perché nemmeno un euro del fondo di solidarietà per le vittime dei crack bancari vada speso in modo indebito o a fini di lucro – ha dichiarato l’assessore regionale alla sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, in merito alle preoccupazioni levatesi in questi giorni per il ‘business’ dei rimborsi.

«Il fondo è stato istituito per aiutare i cittadini più in difficoltà e più deboli tra gli 80 mila veneti coinvolti dal dissesto di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, nonostante la Regione Veneto non abbia competenza in materia bancaria, né tantomeno possa prevedere forme di indennizzo ai risparmiatori truffati o danneggiati dalle crisi delle banche del proprio territorio».

«Una cosa sono i rimborsi, previsti dalla nuova legge entrata in vigore in questi giorni e attivabile su domanda degli stessi risparmiatore – chiarisce Lanzarin – e un’altra è il contributo di solidarietà per le maggiori spese legali che la Giunta regionale del Veneto ha pensato di istituire già due anni fa per dare una mano a quanti, tra i risparmiatori ‘traditi’ dalle banche, si sono ritrovati in maggiori difficoltà e non avrebbero forse nemmeno i mezzi per difendersi in sede legale e presentare domanda di rimborso. Il nostro fondo viene erogato tramite le associazioni e i comitati, legalmente costituti, che forniscono assistenza legale giudiziale alle vittime delle banche». La Lanzarin ha riassunto che la Regione ha già liquidato 500 mila euro alle associazioni (tra le quali non è compreso il “Movimento diritti europei”). I risparmiatori che è possibile aiutare hanno un tetto di reddito fino a 36 mila euro e un investimento massimo in azioni fino a 80 mila euro.

Andrea Fasulo

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