Autonomia, slittano i tavoli tecnici a Palazzo Chigi. Zaia: «Chiudiamoci in conclave»
Sono saltati non per motivi politici ma “per ragioni di agenda” i tavoli tecnici sull’autonomia differenziale delle Regioni previsti ieri 23 luglio a Palazzo Chigi. Incontri ai quali avrebbero dovuto prendere parte sia tecnici del vari ministeri, in particolare del Mef, sia esponenti di governo come la ministra degli Affari regionali e Autonomie, Erika Stefani, e il suo collega dei Beni culturali, Alberto Bonisoli (competente per quanto riguarda le prerogative delle Sovrintendenze), oltre allo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
È possibile un nuovo slittamento, quindi, del chiarimento “tecnico” all’interno del governo, anche se negli ambienti governativi non si esclude che si trovi lo spazio per convocare una riunione sull’autonomia. Anche il consiglio dei ministri annunciato per giovedì potrebbe essere rinviato a tempi più distesi.
Il premier Conte dovrebbe dunque spostare a giovedì 25 luglio gli incontri per la riscrittura del testo: in particolare un vertice con Erika Stefani e Alberto Bonisoli sul capitolo delle Soprintendenze. I governatori vorrebbero che gran parte dei poteri sulla gestione del patrimonio storico e ambientale venissero trasferiti alle regioni, per ridurre i tempi di valutazione dei piani urbanistici. Passi avanti invece per la cessione dei musei “minori” dal Mibac alle città nel segno della devolution culturale e amministrativa.
L’altro scoglio da superare è la norma finanziaria con il fondo di perequazione invocata dal M5S che viene visto come una provocazione da Zaia, Fontana e Bonaccini per nulla convinti di lasciare l’extragettito Irpef al Mef con il passaggio ai costi standard fra tre anni.
Da Venezia Luca Zaia ha rilanciato la sua battaglia con un video sul suo profilo social. «Ci aspettiamo dal governo che finalmente il presidente del Consiglio, assieme al Cdm, si decida a presentare la sua proposta di autonomia, da confrontare con le nostre proposte, quelle di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. Di lì, sono assolutamente convinto che, se non sarà una farsa ma una proposta vera di autonomia, incontrandoci, e magari chiudendoci a chiave come in un conclave, dopo qualche fumata nera, arriverà la fumata bianca, ed arriveremo all’autonomia. E, se sarà autonomia vera noi ci siamo».
Di più, il governatore del Veneto ci tiene a sottolineare che: «la nostra proposta di autonomia non vuole assolutamente essere una proposta ‘spacca Italia’, né la secessione dei ricchi, né tanto meno creare un paese di serie A e uno di serie B, come qualcuno vuole sostenere, e non vuole mettere in difficoltà i cittadini del Sud: lo abbiamo dimostrato con dati alla mano».
Andrea Fasulo