
Il «volo» di Giulia Manzetti dal Veneto all'Esa
Giulia Manzetti, classe 1990, ha centrato il suo obiettivo: mentre studiava Ingegneria Aerospaziale all’Università di Padova coltivava il sogno di lavorare per l’ESA. Oggi la giovane ricercatrice, nata a Roma e cresciuta a Castelfranco Veneto dove ha studiato al liceo Giorgione, è business analyst nella sede inglese dall’Agenzia Spaziale Europea, a Harwell, all’interno del Campus della Scienza e dell’Innovazione. Il giovane ingegnere sarà fra le protagoniste dell’evento STE(A)M, quando donne e scienza fanno squadra, promosso da Niuko Innovation & Knowledge per mercoledì 26 giugno al Centro culturale Altinate San Gaetano a Padova (ore 9 – 17.30, ingresso gratuito, per info e iscrizioni: http://www.niuko.it). Una giornata che sarà occasione per ragionare insieme, attraverso diverse testimonianze, sul tema degli stereotipi e pregiudizi culturali che ancora limitano, nel nostro Paese, l’accesso delle donne alle facoltà e alle professioni scientifiche. Quella di Manzetti è una storia di successo: dopo la laurea, in un corso dove la componente femminile non arriva al 10%, un master e lo stage in Laborghini, l’occasione di “spiccare il volo”. «In ESA – spiega – opero all’interno della divisione Business Application e mi occupo di analisi di mercato volte a individuare le applicazioni commerciali dai dati raccolti dai satelliti, penso solo per fare un esempio al settore dell’agricoltura di precisione. Per il momento non ho in programma di tornare in Italia: anche se non abbiamo niente da invidiare ad altri Paesi per competenze e livello di tecnologie, qui ci sono fattori come la flessibilità degli orari e la job rotation, ovvero la possibilità di sperimentarsi in ruolo diversi, che non ritrovo in Italia».
Due ricerche padovane sul tema ansia da matematica
La riflessione sull’accesso delle donne alle professioni tecnico-scientifiche, proposta in collaborazione con l’Ufficio Progetto Giovani del Comune di Padova e con il Coordinamento interprofessionale Pari Opportunità Padova, è articolata in un viaggio in tre tappe. Nella prima parte Luisa Fantinel, storica e critica dell’Arte, presenterà le figure di alcune donne che nel corso dei secoli hanno saputo smontare i pregiudizi e affermarsi nel mondo scientifico.
L’intervento di Irene Mammarella, professore Associato di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Padova, presenterà alcune delle ricerche scientifiche che hanno indagato questo tema: Mammarella, con Sara Caviola, è fra gli autori di uno studio pubblicato sul Learning and Individual Differences. Un’indagine che ha messo in luce come, fra gli alunni di età compresa fra gli 8 e i 13 anni, le bambine provino un maggiore stress emotivo nei confronti della matematica rispetto ai loro coetanei, pur registrando risultati analoghi in termini di performance. Ora le due ricercatrici sono impegnate in un nuovo studio, che ha coinvolto nei mesi scorsi un campione di 600 studenti delle scuole primarie e secondarie di secondo grado padovane: l’obiettivo è quello di indagare quanto l’influenza dell’ambiente familiare e dell’ambiente scolastico nell’ansia da matematica. Mammarella e Caviola, attualmente docente presso l’Università di Leeds, sono anche autrici del volume Matematics Anxiety, edito dalla casa editrice londinese Routledge.
Preziose anche le testimonianze proposte dal Coordinamento interprofessionale pari opportunità, realtà che promuove il confronto sui temi del lavoro, della conciliazione vita lavoro, della rappresentanza di genere e del Welfare.
Dieci designer e un’unica sfida
Il pomeriggio, ultima tappa del viaggio, con uno sguardo rivolto al futuro, sarà dedicato alla presentazione – attraverso laboratori esperienziali – del progetto formativo Designer industriale 4.0 proposto da Niuko. Le dieci corsiste, che vengono da esperienze diverse, sono state coinvolte in un percorso progettato in collaborazione con l’incubatore Paradigma Hub e la startup padovana al femminile Hybrid Reality, specializzata nella realizzazione di applicazioni basate sulla realtà virtuale. Affiancate da Fulvio Menegozzo, designer e socio fondatore dell’incubatore padovano, le partecipanti – ora coinvolte in un’esperienza di stage aziendale – si sono cimentate, fra l’altro, con un percorso di progettazione e virtualizzazione di una nuova sedia. Una volta progettati i prodotti sono stati realizzati dei prototipi sia attraverso diverse tecniche artigianali sia in 3D, per poi implementarli con la realtà virtuale, in modo da testare l’effetto del prodotto finito inserito nei diversi contesti d’uso. Un esempio concreto di come artigianalità, creatività e utilizzo delle tecnologie più innovative possa rappresentare una leva per costruire nuovi percorsi e nuovi sbocchi professionali.
L’iniziativa è finanziata dalla Regione Veneto (Progetto DGR 1311 del 10 settembre 2018 selezionato nel quadro del Programma Operativo Nazionale Ob. “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione”, Nell’ambito del progetto 1002-0013-1311-2018 – Percorso formativo per l’inserimento lavorativo – Designer Industriale 4.0)