Fallimento Mercatone Uno, 150 a casa in Veneto. Protestano anche i fornitori
A Legnago, Occhiobello e Noventa Padovana, i punti vendita veneti di Mercatone Uno, restano a casa 150 dipendenti. Sono una quota dei 1800 lavoratori messi sulla strada dalla chiusura della catena di casalinghi, arredamento e elettronica. Una fine improvvisa, avvenuta dopo il fallimento, dichiarato dal Tribunale di Milano giovedì 23 maggio 2019, della Shernon Holding Srl, società di proprietà al 100% della maltese Star Alliance Limited.
Il Mise, ministero dello Sviluppo economico, ha anticipato a oggi lunedì 27 maggio il tavolo con sindacati e impresa previsto per il giorno 30. E intanto si organizzano anche i fornitori, con l’Associazione fornitori di Mercatone Uno diretta dall’imprenditore di Tezze sul Brenta (Vicenza) William Beozzo.
L’associazione nasce per la tutela dei diritti dei creditori delle società del gruppo Mercatone Uno ammesse alla procedura di amministrazione straordinaria nel 2015. Le aziende fornitrici coinvolte sono oltre 500 disseminate su tutto il territorio italiano per un valore di crediti non riscossi, ad oggi, intorno ai 250 milioni di euro.
«Constatiamo che ancora una volta l’attenzione è rivolta solo ai 1800 dipendenti del Gruppo che rischiano di perdere il lavoro a cui va comunque tutta la nostra solidarietà – dichiara Beozzo –. Ma voglio ricordare a tutti i soggetti coinvolti, inclusi i sindacati, che il Gruppo Mercatone Uno negli ultimi anni è stato finanziato dai crediti non pagati agli oltre 500 fornitori coinvolti. I fornitori di Mercatone Uno rappresentano un indotto di oltre 10.000 persone che vuol dire imprenditori, dipendenti e loro famiglie a cui si sta letteralmente rubando il futuro».
Foto: Mercatone Uno, CC BY-SA 2.0, via Wikipedia