Rimborsi crac bancari: il tetto sale a 200 mila euro, ma serve l'ok Ue
Il via libera al decreto crescita, approvato dal Consiglio dei ministri il 24 aprile, porta con sé una sicurezza in più per i risparmiatori truffati dalle banche fallite, ma anche un’incognita. Il punto critico è il raddoppio del tetto massimo di patrimonio mobiliare dei risparmiatori: sotto una certa soglia scatterà l’indennizzo automatico pari al 30% del costo di acquisto. Sopra quella soglia, invece, si passerà al vaglio di una commissione tecnica.
La misura interessa migliaia di piccoli (e grandi) risparmiatori coinvolti nel crac di Banca Etruria, Banca Marche, Cassa di Risparmio di Ferrara, Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti, e nelle liquidazioni delle due popolari venete, Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca.
Il dl crescita prevede il raddoppio di questo tetto massimo, da 100 mila a 200 mila euro. Ma questa misura è subordinata al via libera da parte della Commissione europea. Una risposta ufficiale, da Bruxelles, ad oggi – cinque giorni dopo il via libera al decreto – ancora non c’è. Ma la commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager, in un’intervista ad alcuni quotidiani tra cui il Sole 24 Ore, ha dato un benestare di massima al decreto.
Rimborsi ai risparmiatori, cosa dice il dl crescita
Ecco intanto che cosa dice il decreto crescita sui rimborsi. «Via libera alle norme che chiariscono la platea e le modalità di accesso per azionisti e obbligazionisti al Fondo di Indennizzo Risparmiatori – si legge nella nota ufficiale diramata dal ministero dell’Economia -, per il quale sono stati stanziati complessivamente 1,5 miliardi di euro nel triennio 2019-2021».
«Si apre così l’iter che porterà ai rimborsi per i risparmiatori coinvolti dai crac bancari – prosegue la nota -: saranno automatici per il 90% circa della platea, ovvero chi ha un reddito imponibile inferiore ai 35.000 euro o un patrimonio mobiliare inferiore ai 100.000 euro, soglia elevabile a 200.000 euro subordinatamente all’approvazione della Commissione Europea».
Come funzionerà il meccanismo per il restante 10% con valori di reddito e patrimonio superiori? Il Mef spiega che per loro «viene predisposto un indennizzo semiautomatico, con la semplificazione dei processi di verifica da parte di una Commissione tecnica attraverso la tipizzazione in diverse categorie delle violazioni massive e dei criteri che portano all’erogazione diretta dell’indennizzo. Entro il limite massimo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore, gli azionisti avranno diritto ad un indennizzo pari al 30% del costo di acquisto mentre per gli obbligazionisti subordinati tale soglia sale al 95%».