
Fallimento Alpi Eagles, chiesti oltre ventisei anni di condanne
Chiesti ventisei anni e mezzo di condanne per i membri di Alpi Eagles. La richiesta del pubblico ministero di Venezia Laura Cameli è stata pronunciata ieri, durante il processo sul crac della compagnia aerea Alpi Eagles, per cui il tribunale di Venezia aveva dichiarato il fallimento nel maggio 2011, con un passivo di circa 60 milioni di euro.
Cameli ha così concluso la requisitoria del processo: «Le operazioni compiute e avvallate hanno concorso ad aggravare il dissesto di Alpi Eagles, protraendo la vita della società che non era in grado di far fronte agli obblighi, concorrendo ad aumentare l’esposizione economico-finanziaria»
L’imputato più illustre, Paolo Sinigaglia, presidente del cda e amministratore delegato, è morto a settebre 2017, mentre il processo era già in corso. A parte la compagna di Sinigaglia, Agnese Donatella Sartore, che si è vista derubricato il reato, le richieste per gli altri cinque imputati ammontano a 26 anni e mezzo di reclusione. Sei anni e sei mesi per Raffaele Trolese e Renzo Menegazzi, entrambi commercialisti, rispettivamente presidente e componente del colleggio sindacale, cinque anni per Valerio Simonato, ragioniere, anche lui nel colleggio dei sindaci. Quattro anni e sei mesi per l’avvocato trevigiano Stefano Campoccia e quattro per l’imprenditore calzaturiero Pier Luigi Pittarello, entrambi in consiglio d’amministrazione.
I membri del cda sono accusati di aver iscritto a bilancio voci non corrette e di aver realizzato operazioni sospette, non dandone informazione ai soci, mentre i sindaci di non aver vigliato. Simonato, Campoccia e Pittarello si sono visti riconoscere delle attenuanti in virtù di risarcimenti offerti alla curatela. Il processo continuerà il 4 aprile 2019.