Autonomia, il ministro Stefani: «Giovedì testo in consiglio dei ministri»

«Non c’è nessuno slittamento. I testi sono pronti e li porto in Consiglio dei Ministri domani. Restano dei nodi politici sui quali discutere». Lo dichiara, con uno stringato post sulla sua pagina Facebook, Erika Stefani, ministro (veneto) degli Affari regionali e delle autonomie e esponente della Lega.

Il “domani” del post si riferisce a giovedì 14 febbraio 2019. E l’intento sottinteso alla dichiarazione è quello di allontanare le voci che da più parti davano come probabile un ulteriore, ennesimo spostamento in avanti della discussione nel massimo consesso governativo della proposta di accordo con le tre regioni che hanno chiesto la gestione diretta di numerose materie concorrenti tra stato e regione: Veneto, Lombardia e Emilia Romagna.

Nel frattempo si moltiplicano le forme di dissenso e di protesta verso una riforma che, secondo i critici, mette a rischio la solidarietà territoriale su cui si basa l’unità nazionale. Un appello contro l’intesa sull’autonomia è stato firmato da 130 intellettuali tra cui Adriano La Regina, Tomaso Montanari, Fulco Pratesi, Pier Luigi Cervellati, Vittorio Emiliani, Pancho Pardi, Fausto Zevi e promosso dal Comitato per la Bellezza e dall’Associazione Bianchi Bandinelli. L’appello parla di un «atto costituzionale che assesta un colpo mortale allo Stato unitario, alla Repubblica voluta nel 1946 dal popolo italiano, destinato a portare al massimo il caos politico-amministrativo del Paese anche nei suoi rapporti con l’UE e col resto del mondo».

In particolare gli esponenti del mondo della cultura sottolineano i rischi di trasferire alle Regioni la potestà su ambiente, beni culturali e urbanistica, ricordando che molte di esse non applicano le leggi dello Stato a tutela del paesaggio tra cui la legge Galasso del 1985 che rende obbligatori i piani paesaggistici.

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