Export alimentare, il Veneto tocca il massimo storico. Ma c'è il rischio Brexit
Nel corso del 2018 l’export made in Veneto di prodotti alimentari e bevande ha raggiunto il massimo valore storico: 2,7 miliardi di euro (tra novembre 2017 e ottobre 2018) con un’incidenza del 1,85% del Pil regionale, anch’essa ai massimi. Con un indice pari a 4,19% del valore aggiunto, si colloca al secondo posto tra le regioni italiane, alle spalle del Piemonte (4,54%). In questo settore le imprese artigiane assorbono il 28,6% degli addetti. Nei primi dieci mesi del 2018 l’export di prodotti alimentari e bevande – che rappresenta il 6,7% delle esportazioni regionali – è cresciuto dello 0,4% rispetto allo stesso periodo del 2017.
Ma il futuro rischia di non essere così roseo: Confartigianato, che ha diffuso la ricerca basata su dati Istat, teme l’effetto Brexit. Basti pensare al Prosecco, protagonista di un vero boom negli ultimi anni in Gran Bretagna. «Un quadro roseo – commenta Malinverniresidente della Federazione Alimentazione di Confartigianato Imprese Veneto – che rischia però di essere rovinato dal mancato accordo sulla Brexit che mette a rischio oltre 300 milioni di export agroalimentare verso la Gran Bretagna (il 10% del totale) per effetto dei dazi e dei ritardi doganali che scatterebbero con il nuovo status di Paese Terzo rispetto all’Unione Europea. Sarebbe un danno grave in particolare per coloro che producono i 39 prodotti agroalimentari di qualità a denominazione di origine e a indicazione geografica ed i 376 prodotti agroalimentari tradizionali che caratterizzano la nostra Regione».