Export piccole imprese venete, crescita lenta. Bonomo: «Emilia ci sorpasserà»
Il segno “più” c’è, ma è troppo timido. E rischia di portare la piccola impresa veneta all’emarginazione rispetto a un asse Milano-Emilia che si fa sempre più saldo. A denunciarlo è il presidente di Confartigianato del Veneto, Agostino Bonomo, commentando i dati dell’Istat, rielaborati della centrale artigiana, sull’export delle micro e piccole imprese venete. Esportazioni che nei primi nove mesi del 2018 sono salite del +1%, a 19 miliardi e mezzo di euro ad un ritmo meno elevato rispetto alla media del manifatturiero regionale (+2,6%) che ha raggiunto i 45 miliardi e mezzo di euro.
«Dovremmo festeggiare – dichiara Bonomo -, purtroppo però questi dati eccellenti nascondono un problema serio. Inizia a venire al pettine il gap infrastrutturale che sta rallentando la nostra regione nei confronti, ad esempio, dell’Emilia Romagna che, in soli 3 anni, ci ha recuperato oltre 1,5 miliardi di euro di export manifatturiero (tanto era il divario nei primi 9 mesi del 2015). Purtroppo, come abbiamo denunciato a Milano il 13 dicembre scorso, il Veneto rischia di essere emarginato di lusso del nuovo triangolo dello sviluppo formato da Milano, il nodo emiliano e l’area centrale Veneta. Come dimostrano i risultati dei nostri cugini emiliani che, ad esempio da 10 anni hanno l’alta velocità, la competitività delle imprese si alimenta anche con il far viaggiare e mettere in rete competenze e persone».
Secondo Agostino Bonomo «serve una svolta e avvicinare i nodi dell’asse padano da Torino a Venezia comprimendo i tempi di viaggio sulla rete ad alta velocità portando ad un ora la tratta Milano-Mestre e, in direzione sud verso Roma, ridurre il tempo di percorrenza sulla tratta Padova-Bologna dagli attuali 59 a 34 minuti. Guardando a nord invece, per garantire all’export veneto la possibilità di accedere velocemente ai valichi alpini del Tarvisio e soprattutto del Brennero, anche in considerazione del prossimo completamento della Superstrada Pedemontana, è urgente dare compimento al collegamento autostradale della Valdastico con l’asse del Brennero».
Tornando ai numeri, si consolida la crescita della quota di export manifatturiero veneto verso i Paesi dell’UE20 che raggiunge il 60,8%, con un aumento di +4,1% rispetto al medesimo periodo 2017. Le crescite più consistenti hanno riguardano l’export diretto in Repubblica Ceca (+7,9%), Francia (+7,0%), Spagna (+6,4%) e Paesi Bassi (+6,1%). La Germania si conferma il principale Paese importatore Intra UE (13,2% dell’export manifatturiero veneto); segue la Francia, con il 10,4%.
Mentre continua a soffrire l’Extra UE, solo in lieve aumento a livello regionale (+0,4%). Tra i principali paesi di sbocco, l’incremento più significativo ha riguardato il Messico (+15,0%). Seguono Canada (+4,8%), Australia (+4,7%), Cina (+4,1%), Svizzera (+3,7%) e Stati Uniti (+0,2%). Nel corso del periodo indicato sono diminuite sensibilmente le esportazioni manifatturiere verso Emirati Arabi Uniti (-19,5%) e Hong Kong (-7,1%).
Altre contrazioni hanno riguardato anche l’export diretto in Russia (-1,3%) e Turchia (-2,9%). Pur registrando un aumento lievissimo, gli Stati Uniti si confermano comunque il principale mercato di sbocco Extra UE28 (8,1% del totale dell’export manifatturiero).
I settori ad alta concentrazione di Mpi rappresentano il 43,2% del totale delle esportazioni manifatturiere e rispetto al medesimo periodo del 2017 hanno registrato un aumento di +1,0%. Si osserva dunque una crescita meno marcata rispetto al resto dei settori (+2,6%). Tra l’export di settori ad alta concentrazione di Mpi, a pesare maggiormente sono i prodotti delle altre industrie manifatturiere (22,1% del totale MPI) e gli articoli in pelle – escluso abbigliamento (21,3% del totale MPI). Relativamente alla destinazione, nei primi 20 mercati di sbocco si concentrano 15.053,6 milioni di euro, pari al 76,6% del totale.
Il 60,2% delle esportazioni dei settori MPI è diretto verso Paesi dell’UE28, mentre il restante 39,8% è destinato a Paesi Extra UE28. Dal punto di vista dinamico, la crescita di +1,0% dell’export di settori ad alta concentrazione di MPI è data dall’incremento di +2,8% del traffico verso i Paesi UE28, mentre in riferimento ai Paesi Extra UE28 si è registrata una flessione pari a -1,6%.
La Germania si conferma il primo destinatario dei prodotti made in Veneto dei settori MPI (12,1% dei settori MPI) pur registrando una contrazione pari a -1,2%; seguono a breve distanza Francia (11,9%) e Stati Uniti (9,0%). Sempre considerando i primi 20 Paesi di sbocco, le esportazioni di settori ad alta concentrazione di MPI hanno registrato crescite significative verso Francia (+10,5%), Svizzera (+7,1%), Croazia (+5,9%) e Spagna (+4,8%). Oltre a Germania, altri valori in diminuzione hanno riguardato le esportazioni verso Stati Uniti (-1,7%), Romania (-1,5%), Austria (-2,5%), Hong Kong (-10,5%), Cina (-2,7%), Polonia (-3,9%) ed Emirati Arabi Uniti (-16,1%).