Venezia, Rixi ferma le grandi navi e aspetta il Mose: «Manca il 6%»

A lanciare l’ultimo appello è stato monsignor Francesco Moraglia, che nei giorni del maltempo (e dell’acqua alta in piazza San Marco) aveva invocato l’entrata in funzione del Mose. Sono rivolte anche al patriarca di Venezia, dunque, le parole del viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, che lunedì 12 novembre ha visitato il porto della città lagunare con il governatore Luca Zaia e ha annunciato che «sul Mose manca il 6%, quindi si finirà. Bisogna vedere i tempi e come». Rixi ha aggiunto che sull’opera idraulica «sono stati fatti errori gravi di progettazione, soprattutto di accesso al porto, con le barriere alzate. È altrettanto vero che lasciare marcire un’opera sott’acqua non è il modo migliore per risolvere questo problema».

«Costi di gestione da ridurre e ripartire»

Il «tema che preoccupa» Rixi è quello «legato ai costi di gestione, che dovremo affrontare e capire anche se si possono diminuire o come ripartirli, perché è chiaro che le amministrazioni locali non si possono fare carico anche di costi così elevati». Sul fronte delle grandi navi, Rixi ha annunciato che «sicuramente non potranno più entrare dentro l’abitato di Venezia. Nella laguna si può valutare se farle entrare utilizzando una parte del porto industriale, che comunque deve essere riconvertito». E per quanto riguarda le alternative crocieristiche, Rixi ha detto che «una cosa diversa è avere le navi in banchina, in un porto sicuro, o fuori dalla laguna, esposte ai marosi. Quindi anche il tema del Lido lo stiamo valutando, ma ha delle criticità».

Alessandro Macciò

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