
Pasta Zara, in vendita lo stabilimento di Muggia
È confermata la vendita dello stabilimento di Muggia ad un partner industriale: lo dichiara Pasta Zara. L’ufficializzazione dell’operazione è avvenuta il 13 novembre nella sede trevigiana di Assindustria Veneto Centro, in conclusione di un incontro di sette ore tra i vertici dell’impresa e i sindacati, come riporta Il Mattino di Padova. L’identità dell’acquirente non è ancora stata resa nota, come hanno chiesto il presidente di Pasta Zara Furio Bragagnolo e l’ad Angelo Rodolfi. Tuttavia, secondo il quotidiano padovano che riporta la notizia il 14 novembre, è alta la probabilità che si tratti del colosso Barilla, soprattutto in ragione dei sopralluoghi a Muggia fatti dall’impresa parmense.
Con questa transazione, Pasta Zara potrebbe incassare dai 100 ai 120 milioni di euro, andando ad alleggerire almeno in parte il proprio debito che oggi orbita intorno ai 240 milioni, ma soprattutto potrebbe aprirsi la possibilità di presentare un piano industriale di rilancio al Tribunale di Treviso, nella speranza di un giudizio positivo nell’ammissione definitiva al concordato preventivo e di evitare così il fallimento.
Rassicurazioni ai legali dei 450 dipendenti delle sedi produttive di Rovato (Brescia) e di Riese Pio X (Treviso): la famiglia Bragagnolo resterà proprietaria del 100% dei due stabilimenti – senza quindi l’ingresso di soci finanziari tramite fondi stranieri. «L’azienda ha inoltre rimodulato le richieste, riducendo gli sforzi richiesti ai lavoratori» spiega Michele Gervasutti (Uil). Se da un lato rimane la richiesta di sospensione dei premi di risultati dal 2018 al 2022, dall’altro l’azienda ha rinunciato ai tagli alle 14esime e ai tagli retributivi nei primi giorni di assenza dei lavoratori per malattia. Tra le note positive c’è anche l’occupazione, i cui livelli, assicura l’azienda, rimarranno stabili. Tutto questo per coprire i nuovi turni previsti dalla produzione a ciclo continuo che dimostrano una volontà, confermata dall’azienda, di aumentare la produttività.
«Ora è possibile guardare al rilancio industriale del gruppo e alla tenuta dei livelli occupazionali – commenta l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan – grazie al senso di responsabilità e al forte attaccamento alla azienda di cui hanno dato prova i dipendenti, i primi a credere nella realtà industriale del gruppo veneto, che rappresenta uno dei gioielli del Made in Italy».