Maltempo, per l'agricoltura stimati 500 milioni di danni
Il Veneto presenta il conto del maltempo e si aggira attorno a un miliardo di euro di cui, nel settore agricolo, si stimano danni per 500 milioni di euro, visto che più di 25 mila ettari di foresta ad altro fusto sono stati abbattuti con una conseguente perdita di legname e un danno al patrimonio forestale, compromesso da problemi idrogeologici. Questo quanto emerge dal primo bilancio di Coldiretti, che ha convocato la task force sull’emergenza maltempo in occasione dell’assemblea elettiva dell’organizzazione.
Le province maggiormente colpite sono Belluno e Vicenza, dove sono numerosi gli agriturismi e le malghe che per giorni sono stati isolati dalle connessioni e dall’energia elettrica. Recinzioni saltate e produzioni divorate dai selvatici, mungiture rallentate, strade bloccate, magazzini allagati sono solo alcuni dei punti del lungo elenco delle perdite subite dagli agricoltori, che si dicono a questo punto preoccupati anche per la prossima stagione dell’alpeggio. Sull’Altopiano dei Sette Comuni Coldiretti stima che un milione di metri cubi di legno sia stato danneggiato. A Rovigo, per le forti mareggiate e per la rottura di argini, hanno sofferto anche gli impianti di cozze nel Delta del Po. Ma è nelle campagne che si concentra un terzo dei danni provocati dal maltempo, dove si vedono ulivi secolari sradicati, boschi decimati, coltivazioni distrutte, semine perdute, campi allagati, muri crollati, serre abbattute, stalle ed edifici rurali scoperchiati e animali morti o dispersi, ma anche problemi alla viabilità provocati da frane e smottamenti.
«Il maltempo – sottolinea la Coldiretti – ha colpito le campagne lungo tutta la Penisola dalla Sardegna alla Puglia, dalla Liguria al Veneto, dalla Toscana alla Lombardia, dal Friuli alla Calabria alla Sicilia, dal Lazio all’Emilia, dal Piemonte alla Campania, dopo un autunno asciutto in cui a settembre sono cadute addirittura il 61% in meno di precipitazioni rispetto alla media storica, con i terreni secchi che hanno amplificato il rischio idrogeologico con danni strutturali ad edifici e alla viabilità».
I settori più colpiti
Tra i settori più colpiti, oltre a quello forestale in Trentino, Veneto e Friuli, ci sono l’olivicoltura dalla Liguria alla Campania, dove si registrano danni anche per la frutta come cachi e kiwi e per la produzione in serra, con migliaia di strutture distrutte per il vento dal Lazio lungo tutta la Penisola. In difficoltà anche i cereali in Sicilia, con circa centomila ettari in cui non si riesce ancora a seminare. Diffusi invece in diverse regioni i danni alle stalle e la perdita di foraggio per l’alimentazione del bestiame, come in Sardegna, dove colpita è anche la produzione di carciofi.