Bando periferie, lo stallo non si sblocca: sindaci veneti in trincea

Fumata grigia, ma tendente al nero. Non trapela nulla di buono dall’audizione dell’Anci che si è svolta martedì a Montecitorio, con le commissioni Bilancio e Affari costituzionali di Camera e Senato riunite in seduta congiunta per discutere del Bando periferie. Cioè del finanziamento da 1,6 miliardi per riqualificare le aree urbane degradate di 326 Comuni che è stato congelato dal governo, almeno fino al voto sul decreto Milleproroghe previsto per il 12-13 settembre. Antonio De Caro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci, ha parlato «di furto con destrezza», mentre i parlamentari del M5s hanno accusato i sindaci di «settarismo». Il tutto tra minacce di ricorsi al Tar e rinunce alla fascia tricolore. Insomma, non proprio un quadro idilliaco.

Giordani invoca Salvini: «Mantenga le promesse»

All’audizione ha partecipato anche una delegazione veneta formata da Sergio Giordani e Jacopo Massaro, sindaci di Padova e Belluno che rischiano di perdere rispettivamente 18 milioni e 35. «Salvini aveva promesso ai veneti che i progetti esecutivi sarebbero stati tutti finanziati, ora mantenga la parola data – dice Giordani al Mattino di Padova – Abbiamo firmato una convenzione con lo Stato e adesso rischia di diventare carta straccia: i contratti si rispettano, sono sbalordito». Il Corriere del Veneto riporta anche le parole di Massaro: «Abbiamo avuto tutti la netta impressione che i parlamentari non sapessero di cosa si stava parlando – dice il sindaco di Belluno – Da qui al voto dovremo continuare a spiegare punto per punto perché il Bando non può essere cancellato con un emendamento».

Alessandro Macciò

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