Consumo di suolo, Verona (e il Veneto) maglia nera nel 2017

Veneto, e nel dettaglio Verona, maglia nera nella classifica del suolo consumato nel 2017: con 1.134 ettari consumati in un anno e una percentuale di incremento pari allo 0,50%, la regione è la più colpita dalla cementificazione e impermeabilizzazione del territorio. Doppiata la media nazionale, che si ferma a un incremento dello 0,23%. Un quinto degli ettari consumati in tutta Italia (5.211) nei dodici mesi si concentra infatti in Veneto, che stacca di netto la seconda regione, la Lombardia con 603 ettari consumati, e anche in termini di incremento marginale stacca le altre realtà italiane – il Trentino-Alto Adige è al secondo posto con +0,40%.

A rivelarlo è il rapporto dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) sul consumo di suolo, sulla base sulla base della cartografia prodotta dalla rete dei referenti per il monitoraggio del territorio e del consumo di suolo del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, formata da Ispra e dalle Agenzie per la Protezione dell’Ambiente delle Regioni e delle Province autonome.

Veneto secondo per suolo consumato in assoluto

«Nel 2017 – si legge nel documento –, in 15 regioni viene superato il 5% di consumo di suolo, con il valore percentuale più elevato in Lombardia (che con il 12,99% arriva a sfiorare il 13%) e in Veneto (12,35%) e in Campania (10,36%). Seguono Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Puglia e Liguria, con valori compresi tra l’8 e il 10%. La Valle d’Aosta è l’unica regione rimasta sotto la soglia del 3%».

La ripresa dell’impermeabilizzazione del suolo è collegata con la ripresa economica, secondo l’analisi Ispra. «Gli incrementi maggiori, nell’ultimo anno, sono avvenuti nelle regioni Veneto (con 1.134 ettari), Lombardia (603 ettari in più), Emilia Romagna (+456) e Piemonte (+416)» si legge nel rapporto sul consumo di suolo. Che prosegue: «Liguria, Valle D’Aosta, Basilicata e Molise sono le regioni, invece, che quest’anno hanno avuto la minor perdita di suolo agricolo o naturale, con incrementi minori di 40 ettari. In termini di incremento percentuale rispetto alla superficie artificiale dell’anno precedente, i valori più elevati sono in Veneto (+0,50%), Friuli-Venezia Giulia (+0,41%) e Trentino-Alto Adige (+0,40%; Bolzano +0,65%; Trento +0,13%)».

Secondo i tecnici Ispra «la ripresa del consumo di suolo nel Nord-est e in altre regioni del Nord Italia può essere messa in relazione con la ripresa economica che si avverte in queste aree del Paese: nel 2016, a fronte di una crescita a livello nazionale dello 0,9% rispetto all’anno precedente, il Pil in volume ha registrato un incremento dell’1,3% nel Nord-est, dello 0,9% nel Nord-ovest e dello 0,8% sia al Centro che nel Mezzogiorno».

Verona al top del consumo di suolo con 300 ettari

Nel dettaglio dei dati provinciali, il Veneto e il Nord-est sono ai primi posti per suolo consumato nel 2017 rispetto al 2016: dopo la provincia di Viterbo (+0,91%), troviamo Verona (+0,71%), Vicenza (+0,67%), Bolzano (+0,65%), Venezia (+0,57%), poi Vercelli (+0,54%) e Treviso (+0,49%).

In termini assoluti il record è della provincia scaligera, che sfiora i 300 ettari di nuovo suolo artificiale, seguita da Vicenza (+239), Venezia, Treviso e Bolzano (poco sopra i 200 ettari in più). Crescite significative, comprese tra 100 e 200 ettari nell’ultimo anno, si riscontrano anche a Udine, Viterbo, Parma, Padova, Milano, Bari, Lecce, Foggia e Roma.

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