Banche venete, un anno fa la liquidazione. Il rebus sofferenze
Il decreto legge fu approvato di domenica dal consiglio dei ministri, a sottolinearne l’urgenza e la delicatezza: era il 25 giugno 2017, l’allora premier Gentiloni e il suo ministro dell’Economia Padoan firmarono il dispositivo che poneva fine all’agonia delle due banche popolari venete, ne sanciva la liquidazione coatta amministrativa e in parallelo apriva la via all’ingresso di Banca Intesa Sanpaolo. Che il giorno dopo firmò l’acquisto per il prezzo simbolico di 1 euro degli attivi di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, dipendenti e reti di filiali comprese.
Lo Stato, da parte sua, stanziava 5,2 miliardi di euro proprio a supporto di Intesa, e mobilitava fino a un massimo di 12 miliardi di garanzie. E passava i crediti inesigibili a Sga, Società per la Gestione di Attività S.p.a.: un portafogli del valore di 18 miliardi di euro, frutto di prestiti “facili” erogati dalle due ex banche popolari o di situazioni di crisi di liquidità aziendale che impediscono di onorare i debiti. In tutto, un pacchetto di 112 mila posizioni debitorie.
Sga, entro l’11 luglio il piano sulle sofferenze
Un anno dopo la firma di quel decreto, a che punto è la situazione? Il piano industriale di Sga, rivela Affari&Finanza di Repubblica in edicola oggi 25 giugno 2018, è atteso prima dell’11 luglio. Nel dettaglio, il piano dovrà spiegare in che modo la società intende liberarsi o comunque gestire i 12 miliardi di euro di crediti inesigibili – che secondo uno studio della Banca d’Italia sarebbero recuperabili nell’ordine di un tasso del 55% – a cui si aggiungono altri 6,4 miliardi di euro di crediti incagliati, che si potrebbero regolarizzare con nuova finanza e dilazioni dei tempi di pagamento. Infine altri 0,7 miliardi di euro sono composti da crediti esteri, che verrebbero venduti sul mercato.
Intanto la via giudiziaria va avanti per la sua (doppia) strada, con il processo agli ex vertici di BpVi a Vicenza – che rischia di essere spostato a Trento su richiesta dei difensori degli imputati Gianni Zonin, Emanuele Giustini, Paolo Marin e Giuseppe Zigliotto, la Cassazione si dovrebbe pronunciare il 29 settembre – e quello al vecchio management di Veneto Banca a Treviso.