Pedemontana Veneta, per la Corte dei conti «numerose criticità»

La posa della prima pietra risale al 2011 e la fine dei lavori è già stata posticipata dal 2017 al 2020 per problemi di natura finanziaria, tanto che i controlli sui lavori della Pedemontana Veneta (avviati nel 2015) hanno rilevato «numerose criticità». A metterlo nero su bianco è la Corte dei conti, che si è espressa sulla ridefinizione del rapporto concessorio della superstrada che collegherà Montecchio Maggiore a Spresiano. L’opera sarà lunga 94,5 km e verrà realizzata dal consorzio Sis di Torino, che manterrà la concessione per 39 anni per poi cederla alla Regione Veneto; il costo è di oltre due miliardi, di cui 614 milioni finanziati dallo Stato e il resto con obbligazioni emesse dalla società costruttrice. Tuttavia la Corte dei conti ha riscontrato «una situazione di incertezza che non ha consentito un’efficiente programmazione dell’azione amministrativa. Problematico è apparso il ricorso al partenariato pubblico-privato e criticità sono state riscontrate nell’applicazione della normativa europea in materia di concessioni», rendendo necessario «un recente rafforzamento dell’attività di controllo sui lavori in corso, anche attraverso una più leale collaborazione fra gli organi competenti».

I magistrati: «Closing scaturito da vicenda travagliata»

Nel 2017, in attesa dei finanziamenti, il caniìtiere si era fermato. «Il ricorso al partenariato pubblico-privato per la realizzazione dell’opera non solo non ha prodotto i vantaggi ritenuti suoi propri, ma ha reso, per lungo periodo, precaria ed incerta la fattibilità della stessa – sottolinea la magistratura contabile – La travagliata vicenda che ha permesso il closing finanziario è stata infatti resa possibile solo con il decisivo intervento di organismi pubblici, attraverso un nuovo assetto della concessione e un nuovo piano economico-finanziario». Insomma, il bond da 1,5 miliardi chiuso lo scorso dicembre con JP Morgan è stato provvidenziale. «A fronte di un costo dell’opera inferiore a tre miliardi, con il nuovo assetto convenzionale faticosamente raggiunto la Regione Veneto dichiara che l’esborso nei confronti del privato sarà pari a oltre dodici miliardi – ricorda la Corte dei conti – Tale risultato è valutato, tuttavia, positivamente rispetto alle più sfavorevoli condizioni che la finanza pubblica avrebbe dovuto sopportare in vigenza delle precedenti clausole convenzionali».

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