Pasqua sulla neve, le Dolomiti «tolgono» il sold out a Venezia
Scende Venezia, sale Cortina. Si può riassumere così il trend delle prenotazioni per il weekend pasquale, che risente (in positivo e in negativo) della Pasqua anticipata e della neve ancora fresca in alta quota. Sulle Dolomiti, dove sabato si attendono temperature in calo e nevicate fino a mille metri, Federalberghi Veneto annuncia il pienone e Dolomiti Superski si regola di conseguenza: durante le festività saranno aperti 424 impianti di risalita su 456, con 1.179 chilometri di piste aperte su 1.200. In pratica, 9 impianti su 10 saranno aperti. E chi andrà con gli sci in Alta Badia, Val Gardena, Val di Fiemme e San Pellegrino non troverà nemmeno una stazione chiusa. Al successo della montagna fa da contraltare il calo di Venezia, dove quest’anno il tutto esaurito resta un miraggio: secondo l’Associazione veneziana albergatori (Ava), il tasso di occupazione nelle camere degli hotel associati da venerdì a domenica è dell’85%. Un dato sostanzialmente in linea con quello di Federturismo, secondo cui Venezia dovrà fare i conti con una contrazione del 15% nella spesa dei turisti.
Bonacini (Ava): «Resta sempre valida la carta last minute»
Vittorio Bonacini, presidente di Ava, non nasconde un pizzico di delusione: «Si tratta evidentemente di una Pasqua che rappresenta un momento di confronto negativo, se messo di fronte ai dati dello stesso periodo del 2017. Una situazione dovuta sostanzialmente al prolungarsi della stagione sciistica, che quindi gioverà agli amici albergatori delle Dolomiti e della provincia di Belluno che hanno sofferto lo scorso anno l’assenza di neve. Resta sempre tutta da valutare la carta della prenotazione last minute». Molte le richieste dal mercato asiatico e orientale, anche se quello americano è ancora abbastanza sostenuto e molto presente. Il mercato italiano è più o meno in linea con quello degli anni scorsi. «Il 2018 – conclude Bonacini – in questo momento ha una proiezione meno interessante rispetto al 2017. A incidere sono le tensioni internazionali, la politica americana nei confronti della Russia e la situazione economica italiana, che non è ancora chiara».