Fondazione Cariparo, testa a testa Muraro-Moschetti per la presidenza
Da una parte Gilberto Muraro, docente emerito di Scienza delle finanze ed ex rettore dell’Università di Padova, dall’altro l’avvocato tributarista Francesco Moschetti. È una corsa a due, quella che si profila per raccogliere l’eredità di Antonio Finotti alla presidenza di Fondazione Cariparo: il termine per presentare le candidature scade oggi a mezzanotte, ma salvo colpi di scena saranno proprio Muraro e Moschetti a contendersi la poltrona più alta dell’ente che controlla il 2,9% di Intesa Sanpaolo e un patrimonio di due miliardi. Le elezioni sono in programma a fine aprile, quando Finotti terminerà il suo ultimo mandato e verrà nominato presidente emerito. Annunciata da settimane, la candidatura di Muraro è rimasta a lungo in bilico: secondo il protocollo sulle fondazioni bancarie, infatti, la presidenza di una fondazione non può andare a chi ha ricoperto incarichi nelle banche su cui l’ente esercita un controllo.
Muraro, che guidava la Cassa di risparmio del Veneto dal 2014, si è dimesso lunedì e si è convinto a formalizzare la candidatura sulla scorta di un precedente che riguarda un’altra banca regionale del gruppo Intesa Sanpaolo, e cioè il passaggio di Giuseppe Morandini dalla presidenza della Cassa di risparmio del Friuli Venezia Giulia a quella di Fondazione Friuli, di cui banca Intesa detiene lo 0,4%. Insomma, l’incompatibilità riguarderebbe Intesa Sanpaolo e non le Casse di risparmio. Per questo, ritenendo la propria candidatura ammissibile, l’ex rettore ha sciolto le riserve.
Moschetti: «Serve esperienza sul territorio»
Lo sfidante di Muraro sarà Moschetti, avvocato che siede nel consiglio generale della Fondazione e che ha difeso l’ente in un recente maxi-contenzioso con l’Agenzia delle Entrate. «Credo che dopo tanti anni sia venuto il momento di affidare la presidenza a una figura incardinata nel territorio, con esperienza e sensibilità sociali come prime caratteristiche principali», ha detto Moschetti al Mattino di Padova, spiegando anche che la pluralità delle candidature è un aspetto «non secondario» per un ente come la Fondazione, «depositario di un metodo democratico che ritengo fondamentale».
Per Moschetti, la priorità è la lotta alla povertà: «I giovani, il lavoro, la natalità, la casa e molto altro ancora sono temi che devono ancora trovare piena rappresentanza negli organi direttivi della Fondazione». In queste settimane erano circolati con insistenza anche i nomi di Donato Nitti, docente emerito di Chirurgia generale e vicepresidente della Fondazione, e di Roberto Saro, segretario generale della Fondazione. Ma i diretti interessati, anche alla luce delle due candidature già formalizzate, hanno annunciato che non saranno della partita.