Elezioni, l'appello delle imprese venete: «Tutelate la ripresa»

Non si può certo dire che prevalga l’entusiasmo. All’indomani del voto che ha sancito il boom di Lega e M5S, dando inizio al rebus sulla nuova squadra di governo, il mondo delle imprese venete si risveglia con lo spauracchio dell’ingovernabilità e delle sue possibili ripercussioni sul sistema economico. «Gli imprenditori e gli investitori vogliono prima di tutto stabilità e certezze per non deprimere i segnali di ripresa», dice al Corriere del Veneto il presidente di Confindustria Veneto Matteo Zoppas, secondo cui le iniziative lanciate nella scorsa legislatura come Industria 4.0 «dovranno essere mantenute in modo strutturale». Massimo Finco, presidente di Confindustria Padova, non si fa illusioni: «Il voto non nasconde la realtà di un parlamento probabilmente privo di maggioranza. Ora la priorità è un governo stabile e credibile, che dia certezze sulle scelte strategiche e le politiche economiche in un momento di ripresa che va accompagnato, sostenuto, amplificato». E per favorire la ripresa, aggiunge Finco, bisogna «dare attuazione all’accordo per un’autonomia concreta del Veneto».

Michielli: «Urge una nuova legge elettorale»

Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, parla apertamente di ingovernabilità e individua le due cause: da una parte «una legge elettorale ineguagliabile rappresentazione del sonno della ragione che crea mostri», dall’altra «la propensione di noi elettori al voto di pancia». «La ripresina economica timidamente come è giunta può allontanarsi – avverte Michielli – Urge una legge elettorale “la qualsiasi” ma comprensibile e che funzioni per un nuovo ricorso alle urne», mentre l’elettorato deve prendere atto che «votare col portafoglio potrà portare risultati migliori che col cuore o la pancia». Massimo Zanon, presidente di Confcommercio Veneto, sembra rassegnato: «Le difficoltà del Paese dopo il voto non cambieranno come per magia». Ad ogni modo, Zanon ricorda ai neoparlamentari le priorità dei commercianti: stop agli aumenti dell’Iva, riduzione della tassazione locale, web tax per le multinazionali dell’e-commerce, riduzione del costo del lavoro, nuovi strumenti per il lavoro occasionale, no alle liberalizzazioni, rafforzamento del microcredito imprenditoriale, tempi rapidi per le infrastrutture «che anche il Veneto attende da tempo» e agevolazioni per l’apertura di nuove attività nei centri urbani.

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