Giovani veneti, lavoro sempre più instabile. Uno su tre è part time

Per i giovani veneti il lavoro è sempre meno stabile e sempre più precario. A fotografare la situazione sugli under 29 alle prese con il mercato del lavoro è la Cgil che in un report ha elaborato i dati Inps riferiti a un arco di cinque anni. Dal 2011 al 2016 il numero dei giovani dipendenti a tempo indeterminato si è abbassato del 21,2%, mentre si registra un contestuale aumento del 40,2% dei contratti a termine ed a part time.

Nel 2011 il 62% dei giovani lavoratori veneti era inquadrato con un contratto a tempo indeterminato, a fine 2016 la loro percentuale è scesa di 10 punti e la retribuzione media è di 1.329 euro lordi al mese. Per gli altri, i precari, la retribuzione è meno della metà (8.358 euro lordi in un anno) e la loro quota è costantemente in crescita.

In generale, il numero dei giovani che lavorano è calato sensibilmente: tra il 2011 ed il 2016 l’erosione è del 12,8%, «a differenza del dato generale (tutte le età) che presenta una divaricazione praticamente nulla (-0,5%), confermando la tendenza all’invecchiamento della popolazione lavorativa ed al contempo la riduzione delle opportunità occupazionali per le nuove generazioni» è il commento della Cgil del Veneto.

Che prosegue: «Il rapporto di lavoro stabile è sempre più una chimera per i giovani veneti. Infatti (nonostante il boom di attivazioni di contratti a tempo indeterminato operato dagli incentivi del 2015) riguarda solo il 63% degli occupati (178.595 su un totale di 280.192), mentre il restante è consegnato ad una precarietà che diventa sempre più difficile superare, che è ulteriormente alimentata da tirocini, false partite Iva ed altre tipologie (tutte in crescita), e che si riconferma anche analizzando i movimenti del mercato del lavoro nel 2017 con i tempi indeterminati che rappresentano il 16% dei nuovi contratti (saldo tra assunzioni, trasformazioni e cessazioni tra gennaio e settembre). Ancor peggio, come detto, tra le figure operaie dove i rapporti stabili sono il 54%».

È boom del lavoro part time: uno su tre, fra i giovani veneti impiegati nel settore privato, lavora ad orario ridotto. Cinque anni fa erano poco meno di uno su quattro. Nel 2016, fra gli under 29, erano 93.319 i rapporti di lavoro di questo tipo su un totale di 280.192. «In massima parte una modalità imposta e non ricercata» commenta la Cgil veneta.

I giovani a part time sono il 20,54% in più, passando in un lustro da 77.415 nel 2011 a 93.319 nel 2016. Suddividendo ancora questa fetta di lavoratori fra gli stabili e i precari, scopriamo che gli occupati a tempo determinato (cioè a termine) sono cresciuti del 40,19%. Erodendo la quota dei part time a tempo indeterminato, che comunque restano la maggioranza (49.898 contro i 43.421 part time “a scadenza”).

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