BpVi, Zonin in commissione banche: "Anche io ho perso soldi"

Non ha sorpreso nessuno Gianni Zonin nell’audizione di quasi tre ore alla commissione parlamentare sul sistema bancario il 13 dicembre. Nella sua testimonianza l’ex presidente della Banca Popolare di Vicenza ha negato di essere a conoscenza del sistema delle cosiddette “operazioni baciate” (acquisto di azioni della banca in cambio di concessione di prestiti). E ha scaricato qualsiasi responsabilità sul crack dell’istituto.

A decidere sui finanziamenti – sostiene Zonin – erano il direttore generale di allora, Samuele Sorato, il direttore del settore crediti e il comitato esecutivo, mentre soltanto i finanziamenti sopra i 50 milioni di euro venivano vagliati dal consiglio di amministrazione da lui presieduto.

Zonin e i soldi investiti e persi in BpVi

«Anch’io e la mia famiglia abbiamo investito e abbiamo perso» dice poi l’ex dominus di BpVi riferendosi al crollo del valore delle azioni che ha fatto da preludio all’attuale liquidazione coatta amministrativa, un bagno di sangue per decine di migliaia di risparmiatori. Ben 15mila hanno chiesto di costituirsi parte civile al processo che vede Zonin fra gli imputati e che è partito il 12 dicembre. La posizione di Sorato invece è stata stralciata dal processo per le sue condizioni di salute che giustificano secondo il tribunale il legittimo impedimento.

Zonin ha anche risposto ai commissari sulla vicenda dell’ipotesi di acquisizione di Banca Etruria e di Veneto Banca da parte di BpVi, tema su cui in una precedente audizione il capo della vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo ha dato la sua versione dei fatti, riferendo di non aver interferito né ostacolato le ipotesi.

Banca Etruria, la difesa di Bankitalia

L’ex presidente della popolare vicentina ha difeso l’istituto di via Nazionale: «Non ho mai ricevuto pressioni dalla Banca d’Italia» ha detto Zonin, smentendo Vincenzo Consoli, ex dg di Veneto Banca, che ha invece parlato di pressioni per l’acquisizione. Che poi non si fece, per la resistenza dello stesso Consoli – che sarà sentito nei prossimi giorni dalla commissione parlamentare – all’ipotesi.

Su Banca Etruria, altro istituto che nel 2014 l’istituto berico voleva acquisire, Zonin si è limitato a ripercorrere le tappe dell’Opa, a cui la banca toscana aha risposto negativamente. Zonin ha negato di aver mai incontrato la sottosegretaria Maria Elena Boschi né il padre, l’ex vicepresidente Pier Luigi Boschi. Ha anche negato di aver parlato dell’operazione Etruria con il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, mentre per quanto riguarda l’operazione Veneto Banca è stato più vago: «Può darsi che gliene abbia parlato».

«Fiducia nella commissione»

«Ripongo la massima fiducia nel delicato e complesso lavoro della Commissione che, in aggiunta al lavoro svolto dall’autorità giudiziaria, mi auguro possa far luce e ricostruire le responsabilità di quanto accaduto a Banca Popolare di Vicenza, istituto che ho presieduto per molti anni e nell’interesse del quale ho sempre agito con correttezza e in buona fede». Così in una nota al termine dell’audizione Zonin ha commentato i lavori parlamentari.

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