Ex banche venete, 9mila dipendenti avranno il contratto di Intesa
I quasi novemila ex dipendenti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca avranno applicato lo stesso contratto dei loro colleghi di Intesa Sanpaolo, il gruppo che ha rilevato le “good bank” delle due ex popolari venete. L’accordo fra sindacati e Intesa, siglato il 15 novembre 2017 dopo tre giorni di trattativa, prevede l’applicazione del Contratto integrativo di secondo livello vigente nel gruppo Intesa Sanpaolo che, nella circostanza, viene prorogato al 30 giugno 2018.
Sono 8320 i lavoratori delle due banche passati al gruppo torinese. Per loro, sul fronte delle retribuzioni sono confermati inquadramenti e anzianità maturati alla data di passaggio a Intesa e vengono salvaguardati e consolidati i livelli retributivi fino a 80.000 euro per il 95% dei bancari attraverso un assegno integrativo in busta paga assorbibile esclusivamente a fronte di “inquadramento superiore”.
Per Mauro Bossola, segretario generale aggiunto del sindacato Fabi, «L’accordo, l’ultimo dopo quello sulle quattromila uscite volontarie, di fatto sancisce la definitiva integrazione delle due banche nel gruppo Intesa Sanpaolo e disciplina materie quali l’organizzazione del lavoro, il welfare, le retribuzioni, la mobilità territoriale e professionale, la riqualificazione dei dipendenti delle ex banche venete».
«Dal lato occupazionale, abbiamo messo la parola fine a un periodo travagliato e pieno di incognite, riconoscendo agli oltre 8.000 lavoratori delle ex banche venete diritti, tutele e un welfare di eccellenza e distribuendo i benefici, in una logica di equità coerente con i valori confederali, a tutta la platea dei lavoratori» dice Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl.
«Dopo una trattativa lunga e delicata – dice il segretario nazionale della Fisac Cgil, Giuliano Calcagni – possiamo dire che abbiamo dato certezze economiche e normative alle lavoratrici ed ai lavoratori delle ex banche che non potevano essere penalizzati, in quanto non sono loro responsabili del dissesto avvenuto in quelle aziende. L’accordo che abbiamo sottoscritto oggi, aggiunge il dirigente sindacale, salvaguardia interamente i livelli retributivi di oltre il 95% dei lavoratori e definisce una normativa per la mobilità straordinaria che è sostenibile e transitoria».