Tromba d'aria sul litorale veneto, agricoltura in ginocchio
Vigneti sradicati a Portogruaro, strage di ortaggi del Cavallino, colture di mais atterrate nel Rodigino, Coldiretti sta procedendo alla rilevazione dei danni in agricoltura causati dalla tromba d’aria che il 10 agosto ha colpito il litorale veneto concentrando nelle province di Venezia e Rovigo tutta la forza distruttiva. Interi filari di Merlot, Cabernet, Raboso e Prosecco sono ancora rovesciati a terra nell’area della Doc di Lison Pramaggiore fino alla linea del Piave. Nel cuore produttivo del comune di Jesolo fino a Bibione serre di pomodori, peperoni e melanzane distrutte, annessi rustici scoperchiati e frutteti compromessi.
Il bilancio dei danni
Il bilancio non è ancora definitivo ma Coldiretti parla già di stato di calamità mentre tecnici e agricoltori sono al lavoro anche nel polesine per delimitare le zone ai fini della comunicazione ufficiale agli uffici competenti. Tetti e strutture rovinati, magazzini e punti vendita divelti, il mais già pronto per la mietitura è letteralmente disteso al suolo a Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po’ e parte di Porto Tolle dove i grandi seminativi caratterizzano l’indirizzo colturale di centinaia di aziende agricole che si vedono vanificato il lavoro di un intero anno.
Agricoltura, il paradosso della siccità
Le precipitazioni peraltro – continua la Coldiretti – non hanno peraltro scalfito lo stato di grave siccità in agricoltura perché l’acqua per poter essere assorbita dal terreno deve cadere in modo continuo e non violento mentre gli acquazzoni aggravano i danni e pericolo di frane e smottamenti. Il moltiplicarsi di eventi estremi con l’alternarsi di caldo anomalo, bombe d’acqua, grandinate violente e il divampare di incendi che investono non solo boschi ma anche animali allevati, pascoli, uliveti hanno un impatto devastante sull’ambiente, l’economia e il turismo.