Crac Epolis, chiesti due anni per Alberto Rigotti
Crac Epolis, arrivano le richieste di condanna da parte del Pm Giangiacomo Pilia. Due anni la pena chiesta per il finanziere trentino Alberto Rigotti, l’ex editore del gruppo che in Veneto pubblicava le testate a diffusione gratuita Il Mestre, Il Padova, Il Treviso, Il Venezia, Il Verona. La sentenza per il processo-bis, che vede gli imputati chiamati in causa per reati di natura tributaria, è prevista per il prossimo 22 settembre.
Non solo Alberto Rigotti, le altre richieste di condanna
Oltre per Alberto Rigotti, il Pm ha chiesto la condanna ad un anno per Francesco Ruscigno, un anno e tre mesi per Sara Cipollini, un anno e mezzo per Vincenzo Maria Greco, nove mesi per Carlo Momigliano e sei mesi per Claudio Noziglia. Per il finanziere trentino Alberto Rigotti un altra tegola giudiziaria, già chiamato in causa per il crac Epolis e rimasto coinvolto anche nelle vicende del fallimento di Banca Etruria. Tra i tanti nomi comparsi a margine del tracollo della banca era infatti emerso anche quello di Alberto Rigotti (nella foto con l’amico Marcello Dell’Utri), già filosofo, già berlusconiano di ferro, già editore della catena di quotidiani E Polis, già arrestato nel 2014 con l’accusa di bancarotta fraudolenta della concessionaria del gruppo editoriale, che portò poi alla chiusura delle 18 edizioni pubblicate in tutta Italia.
Alberto Rigotti e i vertici societari sotto accusa
Al centro dell’inchiesta sul crac Epolis era finita, oltre al gruppo, anche la concessionaria di pubblicità delle testate, Publiepolis. L’inchiesta aveva portato all’arresto dei vertici societari: oltre all’ex editore, la vicepresidente della società, Sara Cipollini, e il consigliere di amministrazione Vincenzo Maria Greco, 70 anni. Per Cipollini e Greco furono disposti da subito gli arresti domiciliari, mentre per Alberto Rigotti si aprirono le porte del carcere. Ora si attende, subito dopo l’estate, l’esito di una vicenda che si trascina ormai da molti anni.