Banche venete, via libera al decreto. Lunedì il testo in Aula

Il Governo ritira l’emendamento depositato nella mattinata di giovedì in commissione Finanze alla Camera. E sulle banche venete giovedì è arrivato il tanto atteso via libera. Il provvedimento sarà lunedì in Aula per la discussione generale. Sul tema è intervenuto il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Nel settore bancario «non ci sono altri focolai di crisi» ha detto durante un’intervista al Gr1. Ma il ministro ha poi precisato che non è il momento di tirare il fiato. Ora le banche devono accelerare il processo di riduzione dei crediti deteriorati. Lo stesso Padoan ha quindi sottolineato: «Abbiamo rimesso in carreggiata la quarta banca del Paese» e le due banche venete sono state rilevate da Intesa Sanpaolo che «non ha problemi di credibilità». Tutte le banche devono «cominciare ad accelerare l’erogazione del credito all’economia e a liberarsi il più rapidamente possibile delle sofferenze nei bilanci».

Banche venete, più rimborsi

Sempre nella giornata di giovedì il Pd ha poi chiarito che le sue proposte di modifica non andranno a stravolgere la sostanza del provvedimento. L’emendamento depositato in Commissione dal relatore Giovanni Sanga prevede che venga ampliata la platea dei risparmiatori di Veneto Banca e Popolare Vicenza che potranno accedere al rimborso delle obbligazioni subordinate. È previsto il rimborso dei bond acquistati entro il primo febbraio 2016. Secondo la proposta del relatore, inoltre, anche i contributi previdenziali delle casse private dei professionisti depositati negli istituti di credito «sono esclusi dall’applicazione delle procedure di bail-in». Banca Intesa avrà intanto un anno in più per ritrasferire alle banche in liquidazione i crediti in bonis ma ad alto rischio acquisiti da Veneto Banca e Popolare Vicenza quando questi si dovessero rivelare attività deteriorate.

L’appello delle associazioni di categoria

Le dieci associazioni imprenditoriali e del lavoro riunite nel gruppo “Arsenale 2022” lanciano un appello a tutti i parlamentari veneti affinché il decreto venga approvato entro i termini previsti. «Siamo consapevoli di alcuni aspetti problematici relativi al contenzioso, laddove fondato – sottolineano le associazioni aderenti – e riteniamo che vi siano margini di miglioramento in sede di applicazione del provvedimento». Secondo il gruppo, che comprende fra gli altri Confindustria, Cisl e Confartigianato, le preoccupazioni principali rimangono però quelle della sostenibilità del piano di ristrutturazione sia sotto il profilo occupazionale che finanziario e la necessità di dare continuità alla attività bancaria delle due ex banche popolari.

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