Veneto Banca, parte l'azione di responsabilità verso gli ex vertici

Parte ufficialmente l’azione di responsabilità di Veneto Banca nei confronti degli ex vertici. Ad annunciarlo è la banca ex popolare di Montebelluna il 14 giugno 2017, proprio mentre sul futuro dell’istituto – come su quello di Banca Popolare di Vicenza – domina l’incertezza per la necessità di trovare 1 miliardo di capitale fresco privato per evitare il bail-in.

«Facendo seguito a quanto deliberato dall’Assemblea degli Azionisti dell’Istituto il 16 novembre del 2016, è in corso di notifica l’atto di citazione con il quale la Banca dà corso all’Azione di Responsabilità nei confronti degli ex Amministratori e Sindaci alternatisi in carica fino al 26 aprile 2014» si legge in una nota di Veneto Banca.

«È stato un lavoro preciso, dettagliato e approfondito – commenta il presidente di Veneto Banca Massimo Lanza –: una necessaria risposta a quell’esigenza di giustizia che i territori richiedevano. Proprio per queste ragioni abbiamo voluto dedicargli l’adeguata attenzione».

La decisione di avviare l’azione legale era stata approvata con una sostanziale unanimità (il 99,99% dei voti) dall’assemblea dei soci di Veneto Banca il 16 novembre scorso. Fra le motivazioni che hanno spinto all’azione ci sono le «anomalie nella gestione dei rischi connessi all’esercizio dell’attività bancaria, con riferimento in particolare alla valutazione incompleta, erronea, o procedimentalmente viziata del merito creditizio di 40 posizioni clienti in merito all’erogazione, gestione e monitoraggio di affidamenti concessi dalla Banca nel periodo compreso tra il gennaio 2006 e l’aprile 2014».

Inoltre fra le motivazioni portate all’assemblea c’erano «l’irregolare gestione degli ordini di compravendita di azioni di Veneto Banca e/o la assunzione da parte della Banca di specifiche obbligazioni negoziali in favore di determinati clienti/azionisti nella prospettiva di favorire il mantenimento o l’accrescimento della partecipazione azionaria dei medesimi nella Banca», e ancora «pagamenti di consulenti ed altri prestatori di servizi in assenza di contratto/mandato o comunque in assenza dell’evidenza del servizio reso».

Riscontrate anche «operazioni compiute in assenza di informativa al consiglio di amministrazione e al collegio sindacale ed in situazioni di conflitto di interessi». Infine non mancherebbero «anomalie in materia di assunzione e/o retribuzione del personale» e «in relazione a determinate operazioni di acquisto aventi ad oggetto, inter alia, beni quali opere d’arte».

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